mercoledì 3 ottobre 2007

Elogio del maestro. Meno male!


Da un vecchio numero del settimanale Tempi (anno 2001) questo bell'articolo.
Proprio bello.

Vi auguro di poter dire altrettanto.

Il mio caro amico Gilbert colpisce ancora.

Elogio del maestro

Se avete a che fare con adolescenti, sicuramente vi sarà di aiuto leggere il capitolo III della “Autobiografia” di G. K. Chesterton.
di Tempi

Se avete a che fare con adolescenti, sicuramente vi sarà di aiuto leggere il capitolo III della “Autobiografia” di G. K. Chesterton. “Su tutto ciò che fu già il fanciullo cresce una specie di protezione spinosa, simile ai capelli, una callosità, una noncuranza, una curiosa combinazione di energia senza scopo e senza direzione e di prontezza ad accettare le convenzioni… la convenzione cioè che ciascuno di noi bastava a se stesso”. Continua G. K.: “i ragazzi tendono tutti a tre cose: ad andare in giro in tre, a non avere assolutamente scopo alcuno nell’andare in giro e, quasi senza eccezione, ad assalirsi improvvisamente e a cessar dall’attacco con la stessa subitaneità”. Ora, se noi abbiamo trovato lo scopo del nostro andare in giro, come aiuteremo i nostri figli a fare altrettanto? Anche per Chesterton è stato quello che è e sarà per tutti noi e i nostri ragazzi. “I maestri erano interessantissimi. Il mio debito personale è infinito verso uno di loro. Egli riuscì, Dio sa come, a penetrare nel mio desiderio profondo e disperatamente saldo di sembrare stupido, ed a scoprire il segreto orribile che io, dopotutto, ero dotato del dono della ragione al di sopra dei bruti”.

giovedì 20 settembre 2007

La battaglia di Castelfidardo.


Questa è la tomba del generale De La Moriciere, a Nantes, in Francia.
Chi è?
E' un grande.
E' il generale che guidò i Pontifici durante la difesa del Papa Re nel settembre - ottobre 1860. Fu sconfitto, ma fu lo stesso un grande.
Ho scritto qualcosa nel post sulla battaglia di Castelfidardo su http://uomovivo.blogspot.com.
Se volete andate a vedere.

Se avrò tempo, vi scriverò qualcosa in più. Mi commuovo sempre.

martedì 11 settembre 2007

Nello live on the web!

Segnalata dal grande Michelangelo Rubino.

Succede a San Severo, provincia di Foggia.
Mi piace, mi piace.

giovedì 6 settembre 2007

Il rugby, una delle mie ultime più perniciose e contagiose fissazioni.

Ecco la splendida spettacolare mèta di Kaine Robertson, giocatore della Nazionale Italiana di Rugby, durante la partita del 6 Nazioni 2007 Italia - Galles, 10 Marzo 2007.
Nel calcio queste cose quando succedono? "Speriamo di far béeene, abbiam fatto béeene..." ecco un esempio della testa del forbito lessico e della "passione" del giocatore medio di calcio, qualunque sia la serie, la latitudine, la squadra, bene attento a non dire né troppo né troppo poco come un consumato politico per evitare di fare arrabbiare "il mister", il presidente, gli amichetti dei giornaletti che tirano acqua ai vari mulinetti mai gratuitamente.
Sabato inizia il Mondiale di rugby. Prima partita dell'Italia: contro la Nuova Zelanda.
Confronto tra calcio e rugby: è come mettere vicini un palazzone dello Zen di Palermo e la Basilica di San Pietro in Vaticano...
Che bello!

giovedì 30 agosto 2007

Padre Brown.

Eccolo, il mio prete preferito dopo il Papa!
Purtroppo è solo un prete della fiction, ma mi ha dato talmente tante belle cose per la mia vita che è insostituibile.
Per saperne di più vi rimando al blog dell'Uomo Vivo, che mi riviene stretto parente...
http://uomovivo.blogspot.com

Vi dico solo che è una creazione del grande grandissimo Gilbert Keith Chesterton.
L'immagine che vedete è di Renato Rascel, il padre Brown dell'omonima serie televisiva andata in onda in Italia negli anni '70 e che ebbe circa venti milioni di spettatori a puntata.

Io lo conobbi lì. E dopo tanti tanti anni mi si ripresentò, grazie a Dio!
Frequentatelo anche voi! Non potrà farvi che un gran bene!

Don Matteo.



Don Matteo è un altro dei miei preferiti.
E' un prete simpatico che per espressa ammissione di chi lo ha "messo al mondo" nella fiction vuole essere una specie di nuovo Padre Brown.
I telefilm sono di quelli davanti ai quali puoi mettere ancora i figli senza doverti preoccupare di quale schifo possano imparare.
I coprotagonisti (Flavio Insinna-Capitano Flavio Anceschi e Maresciallo Cecchini-Nino Frassica) fanno pure ridere.
Terence Hill è un mito della mia gioventù: le bellissime scazzottate sue e di Bud Spencer ci hanno fatto diventare grandi e ci siamo divertiti tantissimo davanti ai loro film (io me li rivedo sempre).

Qualche giorno fa sono stato a Gubbio, in Umbria, dove è ambientata tutta la fiction di Don Matteo. E' una città bellissima, e il fatto che ci sia stato girato Don Matteo è come la ciliegina sulla torta.

Vi sembrerà un po' stupida, questa cosa, ma per me non lo è.

Qui sotto una piccola parte dell'intervista rilasciata da Terence Hill nel 2002 quando presentò Don Matteo al pubblico, proprio a Gubbio.

Fabio Melelli: Arriviamo a Don Matteo che è una fiction di grande successo, le ha portato anche molta fortuna la città in cui è stata girata. Com'è nata l'idea di tornare a fare un prete?

Terence Hill: Diciamo che è stata un'idea contemporanea. Da una parte c'era Oldoini che stava scrivendo, o comunque aveva già avuto questa idea e dall'altra c'ero io che volevo fare un prete investigatore. Avevo già due sceneggiature scritte, anche abbastanza buone ma era un prete diciamo, più d'azione, faceva parte di un plotone di paracadutisti, quindi era un cappellano d'azione; però anche lui era un investigatore dato che l'ispirazione partiva sempre da padre Brown di Chersterton. Stavo preparando questa cosa qui, avevo anche dei contatti con Mediaset per poterla fare, viaggiavo tra l'America e Roma, poi Mediaset mi disse che la Rai stava facendo un prete simile a padre Brown e che, non potendolo più fare, dovevo tornare con un'altra idea. Tornai con un altro soggetto di sessanta pagine che ci piacque molto, stavo per ripartire per gli Stati Uniti quando mi chiama Bernabei per dirmi che mi voleva far vedere una cosa che stavano progettando con la Rai e così mi dettero quattro copioni. Io li lessi e mi piacquero molto di più di quello che avevo in mente io, era una cosa alla quale non avevo mai pensato e cioè l'idea di un prete investigatore nella provincia italiana. Quello che mi piaceva in particolare, era che c'erano sempre dei personaggi nuovi, con i quali si doveva confrontare. Quindi, come si dice, "act is reacting" cioè, "fare l'attore è reagire", reagire all'altro; era una grossa possibilità di reagire a tanti personaggi, quindi accettai con entusiasmo questa idea di Oldoini e dissi di sì... e così mi sono ritrovato a fare questo Don Matteo a Gubbio.