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martedì 10 giugno 2025

Sarò contento di incontrare tutti i miei più cari "personaggi"...

Ma almeno questo è parte di ciò che Dickens intendeva dire: che il cameratismo e la gioia seria non sono intermezzi nel nostro viaggio, ma che piuttosto i nostri viaggi sono intermezzi di amicizia e gioia, che grazie a Dio dureranno per sempre. La locanda non indica la strada, ma la strada indica la locanda. E tutte le strade puntano infine a una locanda finale, dove incontreremo Dickens e tutti i suoi personaggi; e quando berremo di nuovo sarà dai grandi boccali della taverna alla fine del mondo.

Gilbert Keith Chesterton, Charles Dickens.

mercoledì 28 maggio 2025

A Nigthingale Sang in Berkeley Square, ancora una volta.

Vi ripropongo questa bella canzone interpretata dai Manhattan Transfer. Sotto ci sono le parole.

Rappresenta tante cose belle e pulite, "i buoni sentimenti" di cui spesso parlava mia moglie. Tutte cose già dette e ridette, ma proprio oggi ho voglia di riproporla.

Anche oggi, così, per gusto.

A me piace sempre.

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That certain night, the night we metThere was magic abroad in the airThere were angels dining at the RitzAnd a nightingale sang in Berkeley Square

I may be right, I may be wrongBut I'm perfectly willing to swearThat when you turned and smiled at meA nightingale sang in Berkeley Square
The moon that lingered over London townPoor puzzled moon, he wore a frownHow could he know we two were so in loveThe whole darned world seemed upside down
The streets of town were paved with starsIt was such a romantic affairAnd as we kissed and said good nightA nightingale sang in Berkley Square.
(mia traduzione: Quella certa sera, la sera in cui ci siamo incontrati / C'era magia nell'aria / C'erano angeli a cena al Ritz / E un usignolo cantava a Berkeley Square / Potrei essere nel giusto, potrei essere nel torto / ma sono fermamente disposto a giurare / che quando ti sei girata e mi hai sorriso / Un usignolo ha cantato a Berkeley Square/  La luna che indugiava sulla città di Londra / Povera luna perplessa, aveva un'espressione imbronciata / Come poteva sapere che noi due eravamo così innamorati / Tutto il maledetto mondo sembrava sottosopra / Le strade della città erano lastricate di stelle / Era una storia così romantica / E mentre ci davamo un bacio e ci davamo la buonanotte / Un usignolo cantava a Berkley Square).


giovedì 12 settembre 2024

Canzone degli occhi e del cuore del mio amico Claudio Chieffo.


Canzone degli occhi e del cuore

Parole e musica di Claudio Chieffo 
marzo 1980 
a Pigi Bernareggi


Anche se un giorno, amico mio, dimenticassi le parole, 
dimenticassi il posto e l'ora o s'era notte o c'era il sole, 
non potrò mai dimenticare cosa dicevano i tuoi occhi. 

E così volando volando anche un piccolo cuore se ne andava, 
attraversando il cielo verso il Grande Cuore, 
un cuore piccolo e meschino come un paese inospitale 
volava dritto in alto verso il suo destino... 
E non riuscirono a fermarlo neanche i bilanci della vita, 
quegli inventari fatti sempre senza amore. 

Così parlavo in fretta io per non lasciare indietro niente, 
per non lasciare indietro il male e i meccanismi della mente 
e mi dicevano i tuoi occhi ch'ero già stato perdonato... 

E così volando volando anche un piccolo cuore se ne andava, 
attraversando il cielo verso il Grande Cuore, 
un cuore piccolo e meschino come un paese inospitale 
volava dritto in alto verso il suo destino... 
E non riuscirono a fermarlo neanche i bilanci della vita, 
quegli inventari fatti sempre senza amore. 

E adesso torna da chi sai, da chi divide con te tutto, 
abbraccia forte i figli tuoi e non nascondere il tuo volto, 
perché dagli occhi si capisce quando la vita ricomincia. 

E così volando volando anche un piccolo cuore se ne andava, 
attraversando il cielo verso il Grande Cuore, 
un cuore piccolo e meschino come un paese inospitale 
volava dritto in alto verso il suo destino... 
Lalalalalalalalalalalalalalalalalalalalalalalalalalalalala

domenica 28 luglio 2024

Un dono graditissimo ed inaspettato dei miei cari amici Clare e Stuart McCullough.

Immagine

We reached Chestertons Grave and left some flowers for Gilbert, Francis and also Dorothy Collins. We also placed some flowers to remember Federica Sermarini, a tradition we adopted before her death. #GKCWalk2024

https://x.com/TheMarianWay/status/1817298193438179361

lunedì 8 luglio 2024

In morte di Federica, gran pescatrice di anime.

È un bell'articolo scritto da un caro amico intelligente, qualora mai si perdesse ho preferito riprodurlo nel mio blog.

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Quante cose ha fatto nella sua vita, assieme al marito Marco. Tutte all'insegna di una fede solida, feconda e aperta all'incontro con l'altro.

Federica Graci Piermarini con la sua famiglia
Federica Graci Sermarini con la sua famiglia

Non riesco a immaginare la Compagnia dei Tipi loschi di San Benedetto del Tronto, la scuola parentale G.K. Chesterton, la cooperativa sociale Capitani Coraggiosi, la Polisportiva Gagliarda, la cooperativa Hobbit, il Centro educativo La Contea senza Federica Graci. Federica e Marco Sermarini sono stati la rappresentazione in carne ed ossa di che cosa sia la fecondità promessa dalla grazia sacramentale del matrimonio cristiano.

Siete matti, ce la farete

All’inizio c’è l’esitazione, la paura di non farcela. Federica, “turris eburnea” conquistata da Marco dopo un lungo corteggiamento, non voleva figli perché aveva paura del parto. Ha generato cinque figli a questo mondo e quattro in Cielo. Dopo che è nato Pier Giorgio, il primogenito la cui gestazione è stata accompagnata da infinite preghiere al Beato Frassati, la vita si è manifestata prorompente come un fiume in piena che non distrugge ma fertilizza lì dove passa. Dalla compagnia iniziale, che proseguiva l’originaria esperienza scout in termini non adulterati, raccomandata e benedetta dal vescovo, sono nati un doposcuola, poi le cooperative sociali, la società sportiva, la scuola parentale – l’azzardo, la follia che fece dire al loro amico Franco Nembrini(quello delle letture e dei libri su Dante) «voi siete matti, perciò riuscirete» – la collina di Santa Lucia prospiciente l’Adriatico trasformata in un centro educativo e conviviale che non poteva non chiamarsi La Contea.

Sono nati anche tanti figli, fratelli e sorelle nello spirito. Prova ne è il fatto che oggi che Federica è morta dicono: «Ho perso per la seconda volta mia madre», oppure: «ho perso una sorella». Quando aveva 20 anni, Federica pregava con le parole di san Giovanni Bosco: «Toglimi tutto, ma dammi le anime». Preghiera esaudita.

Una compagnia frassatiana-chestertoniana

Non sono in nessun modo l’avvocato dell’intellettuale e giornalista americano cristiano ortodosso Rod Dreher, ma per onestà intellettuale mi sono ritrovato a difenderlo persino davanti a un cardinale (di cui non dico il nome) dall’accusa di aver idealizzato nel suo libro L’Opzione san Benedetto un cristianesimo dei puri che si separano e si autosegregano dal mondo.

Non è così, ho precisato infinite volte, perché nel libro si fa qualche esempio concreto dello stile di vita cristiana che l’autore propone, e per quanto riguarda l’Italia l’esempio è proprio quello della frassatiana-chestertoniana Compagnia dei Tipi Loschi di san Benedetto del Tronto, da cui sono nate opere e una rete di rapporti umani assolutamente evangeliche. Tutto il contrario di una setta ripiegata su se stessa o di un’elitaria esperienza eremitica.

Il diavolo ha paura di chi ride

Bisogna saper uscire dagli schemi mentali di ogni tipo. Nella mentalità dominante, anche in ambienti ecclesiali, un soggetto che promuove una scuola parentale, ama e frequenta la Messa in rito antico celebrata dai monaci benedettini di Norcia (ma anche tutte le altre Messe) e dove un malato grave come Federica nelle ultime settimane offre le sue sofferenze per la guarigione niente meno che del cardinale Raymond Burke, proietta un’immagine arcigna, rigida, chiusa. E invece no, le cose stanno proprio all’opposto.

Le pecore bergogliane con quel loro odore, i poveracci, la gente comune, i piccoli, i timidi, i semplici, gli stranieri li trovate alla Contea, nelle aule della scuola parentale, al lavoro nelle cooperative sociali, a giocare con gli altri ragazzini nei centri estivi la cui gestione i comuni del comprensorio appaltano a loro (che strani questi cristiani chiusi nel loro rifugio: con una cooperativa gestiscono tre doposcuola con circa 120 tra bambini e ragazzi, cinque circolini con altri 185 tra bambini e ragazzi, sette centri estivi e un servizio di assistenza domiciliare, in una realtà piccola come San Benedetto del Tronto). E soprattutto trovate l’allegria, la letizia, l’ascolto, la gratitudine che in tutto vede un dono, l’arguzia nei giudizi sul mondo contemporaneo che sono il contrassegno della spiritualità di Pier Giorgio Frassati, di Gilbert Keith Chesterton, di san Giovanni Bosco. Diceva quest’ultimo: «Il diavolo ha paura della gente che ride». Esatto. E il beato Frassati: «Tu mi domandi se sono allegro; e come non potrei esserlo? finché la Fede mi darà forza, sempre allegro! Ogni cattolico non può non essere allegro: la tristezza dev’essere bandita dagli animi cattolici».

Una ecologia integrale

Alcuni hanno fatto fatica ad accettare la scelta di Federica e Marco di curare la malattia di lei sul posto, senza allontanarsi da San Benedetto per trovare altrove strutture più qualificate. Io me l’aspettavo, per quel poco che ho capito del loro rapporto con la vita e col creato. Non si può vivere e non si può morire lontano dagli affetti; non si sradica una pianta per curarla. Il luogo dove si nasce, si cresce, si mettono al mondo figli nella carne e nello spirito, si apre una scuola, ci si inginocchia a pregare, si compra un’intera collina nello spirito dei “tre acri e una vacca” del distributismo di Hilaire Belloc, è l’unico luogo al mondo dove si può vivere e morire, curare la vita e abbracciare la sua fine.

La Contea non è una romanticheria adolescenziale, l’orticoltura, il parco tutto composto di piante locali, l’allevamento degli asini e delle api, i laboratori di educazione ambientale con i bambini (finanziati anche con l’8 per mille della Chiesa Valdese! Della serie: i cattolici delle Messe in latino ripiegati su se stessi…) non sono fissazioni ecologiste. Sono l’ecologia integrale dell’uomo che ha i piedi piantati sul terreno con la stessa forza delle radici della quercia e la testa innalzata fra le stelle del Cielo di Dio.

Sempre presente

Non riesco a immaginare tutto questo senza Federica. E infatti continuerà a esserci. Fra i banchi che ospitano i 90 iscritti della scuola parentale cresciuta fino a diventare una combinazione di medie inferiori, liceo scientifico e istituto professionale, come nei momenti di festa e nelle occasioni di convivialità sul colle di Santa Lucia, continuerà ad essere presente.

A me che vivo a 500 chilometri da quei luoghi basterà prendere in mano il quadernone ad anelli con l’intestazione della Scuola libera G.K. Chesterton che mi donò due anni fa quando partecipammo a un pellegrinaggio in Terra Santa, per avvertire la di lei presenza. Nel frattempo è diventato il manoscritto di Una storia popolare, il libro intervista sulla vita di Roberto Formigoni che ho fatto in tempo a regalarle nel luglio scorso. Mentre stava per compiersi la tua preghiera, Federica: «Toglimi tutto, ma dammi le anime».

domenica 16 giugno 2024

Chi vuole aiutare i miei amici e me con il #5x1000? Ma non solo...

 

Il 5x1000 è un modo gratuito di aiutare le organizzazioni non lucrative di utilità sociale.

La nostra scuola ha un'indubbia utilità sociale che molti hanno potuto verificare. Vi chiedo di aiutare quest'opera che con gli amici e la mia cara moglie ho contribuito a tirare su. E comunque l'Opera Chesterton non è solo la Scuola Libera G. K. Chesterton, c'è molto molto altro...


Qui altri modi per aiutare la scuola più bella del mondo:


È la più bella del mondo perché l'abbiamo fatta tutti insieme e la offriamo a chi vuole essere nostro amico.

giovedì 27 luglio 2023

mercoledì 21 giugno 2023

A Nightingale Sang In Berkeley Square, interpretata dai Manhattan Transfer.

Vi propongo una bella canzone, un classico americano, che è stata interpretata anche da uno dei miei gruppi preferiti, i Manhattan Transfer. Qui sotto le parole, poi c'è anche il video.

È una canzone romantica, di questo tipo pochissime me ne piacciono. Questa mi ricorda tante belle cose e l'idea dell'amore pulito, e quelli che mia moglie chiamava "i buoni sentimenti" (era un'espressione che riservava a quei film americani per famiglie degli anni Cinquanta e Sessanta, per intenderci, piacevoli ed allegri).

Così.

Spero vi piaccia.

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That certain night, the night we metThere was magic abroad in the airThere were angels dining at the RitzAnd a nightingale sang in Berkeley Square

I may be right, I may be wrongBut I'm perfectly willing to swearThat when you turned and smiled at meA nightingale sang in Berkeley Square
The moon that lingered over London townPoor puzzled moon, he wore a frownHow could he know we two were so in loveThe whole darned world seemed upside down
The streets of town were paved with starsIt was such a romantic affairAnd as we kissed and said good nightA nightingale sang in Berkley Square


domenica 12 febbraio 2023

Frammenti della mia filosofia - 34 - La Speranza (sì, l'ho già messo, ma rimetterlo mi dà gioia).

Alla fine del mondo, alle spalle dell’aurora, troverò la sposa che veramente sposai e la casa che è veramente casa mia. 🏡.

Gilbert Keith Chesterton, Uomovivo



venerdì 4 novembre 2022

Frammenti della mia filosofia - 29 | Uomovivo, Chesterton - Alla fine del mondo troverò la sposa che veramente sposai e la casa che è veramente casa mia.

No, no, no! - esclamò con grande enfasi. - questa strada è lunghissima e quanto mai faticosa. Alla fine del mondo, alle spalle dell’aurora, troverò la sposa che veramente sposai e la casa che è veramente casa mia. E davanti a quella casa sarà un lampione anche più verde e una cassetta postale anche più rossa. 

Gilbert Keith Chesterton, Uomovivo.



giovedì 22 settembre 2022

Una bella pagina di Fabrice Hadjadj: Ci sono dei cani in Paradiso?


Questa pagina che trovo molto interessante, l'ho trovata qui, sul sito dei Cinque Passi, del mio amico padre Maurizio Botta, e ce l'ha messa Benedetta Scotti, una brava ragazza che pure conosco. È del filosofo francese Fabrice Hadjadj ed è tratta dal suo libro Farcela con la morte (editrice Cittadella, Assisi 2009). La trovo significativa e molto in linea con il pensiero del mio carissimo inseparabile amico Chesterton quando dice:

"Intendo che Dio mi ordinò d’amare un determinato luogo e di servirlo, me lo fece onorare come potevo, anche con le mie eccentricità… Intendo che il Paradiso è in un certo luogo e non dappertutto; è qualche cosa di preciso e non già qualsiasi cosa. E in fin dei conti non sarei troppo stupito se ci fosse davvero un lampione verde, davanti alla mia casa, su in cielo".


(G. K. Chesterton, Le avventure di un Uomo Vivo)

Non fatevi ingannare dal titolo (qui possono scattare atteggiamenti rigidamente ideologici che impedirebbero la lettura o la priverebbero della sua profondità). Leggetelo e basta.

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In un pezzo di Yeats, un tale di nome Cornelius Patterson assiste alle sedute della Signora Henderson, una sensitiva abitata dallo spirito di una bambina che risponde al nome di Lulu. Il vecchio Signor Patterson “crede che ci sono delle corse di cavalli e di levrieri nell’altro mondo e lo desidera talmente tanto che si premura di essere sempre puntuale”. Un’anima austera potrebbe trovare il desiderio di questo personaggio ridicolo. Io lo trovo, al contrario, simpatico, segno di una certa giovinezza d’animo. Dei cani e dei cavalli in Paradiso, non mi sembra così strano. Perché non anche violette, ruscelli, libellule o tapiri? Il cardinal Journet si chiedeva, non senza un po’ di inquietudine, se in Cielo potremo ancora ascoltare una sinfonia di Mozart. Questo desiderio non è meno lodevole. Discutibile è invece l’attitudine di colui che non aspira a trovar nulla nell’altro mondo di quel che ha visto in questo mondo. Sarebbe indice del fatto che non ne ha percepito la bellezza. Le sue esaltazioni spirituali non sarebbero che la maschera di una profonda depressione: il suo slancio verso il cielo, il risentimento verso le cose della terra; e il suo altro mondo, un vuoto, giacché non ci sono due mondi separati, ma l’uno è causa dell’altro. Disprezzare l’uno equivale a disprezzare l’altro. A quest’anima triste, il Creatore non può dire come al buon servo: “Sei stato fedele nelle piccole cose, ti darò autorità sulle grandi: entra nella gioia del tuo padrone”.

Cornelius Patterson non è il solo a sperare in cavalli e levrieri. Il poeta Francis Jammes prega di poter entrare in Cielo con gli asini. E rivolge questa preghiera per il suo fedele cane: “Mio Dio, se mi concedete la grazia di vederVi faccia a faccia nei giorni dell’Eternità, fate che questo povero cane contempli faccia a faccia colui che fu il suo dio tra gli uomini”. Chi riduce questa supplica al sentimentalismo di una comare inacidita, che riversa ogni affetto sul proprio bassotto, è animato da un’acredine ancora più grande. La tristezza piena di fiducia che cogliamo negli occhi di certi cani, non ci volge forse verso qualcosa che va oltre la materia? E questa violetta selvaggia, sul ciglio del sentiero, che spunta rispondendo all’appello della primavera, e queste foglie di fico che nel mio giardino si aprono come piccole mani verdi per cogliere la luce, non sono niente, è vero, eppure sono tutto: poiché queste piccole cose sono belle, desideriamo vederle in grande, e vediamo allora l’Infinito costellato di violette selvatiche e di queste foglie di fico che furono il nostro primo indumento. […] E questo non vale solamente per i fiori e gli animali, vale anche per gli oggetti quotidiani: questa tazza scheggiata, sfiorata così tante volte dalle labbra di mia moglie e delle mie figlie, chissà che non la ritrovi in cielo, con la sua spaccatura divenuta luminosa. E che dire di quel bicchiere che catturava così bene il sole nel refettorio dell’abbazia di Solesmes? Una strana nostalgia mi coglie di fronte ai giocattoli con cui i bambini non giocano più: vi percepisco l’attesa sofferente di un mondo in cui ogni cosa sarà riparata e avrà il suo posto. Se anche gli oggetti vogliono sopravvivere all’usura, che dire degli uomini? Che dire degli istanti passati insieme? Il sorriso di mia nonna, così raro, così chiaro, così infantile tra le rughe della sua neurastenia. Il viso di mia figlia a due anni attraverso la finestra del bagno illuminata dalla luce mattutina. Il momento in cui mia moglie ha pianto il suo dolore sulla mia spalla e nelle sue lacrime ho visto l’amore che non passa. Tutto ciò non vuole finire. Tutto ciò – anche questo momento in cui scrivo e sento le voci dei bambini che giocano intorno al monumento ai caduti – chiede di durare. E le ultime parole del Credo apostolico rispondono ai desideri più segreti del mio cuore: “Credo alla resurrezione della carne, alla vita eterna, amen”. Come non amare indefettibilmente la Chiesa che ci spinge a proclamare quello che non osiamo neanche sognare nel più profondo di noi stessi? “Voglia tu credere che l’ultimo giorno, le ceneri risollevate dallo Spirito obbediranno all’ordine di ricostituirsi. E rivedrai tua figlia che reca in mano ciliegie e margherite; e tuo figlio che legge il giornale nel giardino dove si sente il rumore della lavatrice; e la tua giovane moglie la cui guancia sarà dolce come il mattino”.

venerdì 11 marzo 2022

Un post che apprezzo molto, scritto da un caro amico.

Federica Graci Sermarini: "una Mamma per tutti noi"

"Una Mamma per tutti noi". Così mi ha scritto ieri un ragazzo, ex alunno della scuola parentale G.K. Chesterton di San Benedetto del Tronto, comunicandomi la morte di Federica. 

Il resto nel collegamento qui sotto:

 https://traditiocatholica.blogspot.com/2021/09/federica-graci-sermarini-una-mamma-per.html


Grazie, caro Andrea!