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mercoledì 25 giugno 2025

Frammenti della mia filosofia - 85 - Tolkien, dove si trova il coraggio.


Il coraggio si trova in posti insospettabili.

John Ronald Reuel Tolkien, Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello.


#coraggio #Tolkien #IlSignoredegliAnelli 


martedì 24 giugno 2025

Frammenti della mia filosofia - 84 - Tolkien: "... Non la piccolezza e l'umiltà universali, ma la grandezza e l'orgoglio universali...".

Non sono un “democratico” solo perché l'“umiltà” e l'uguaglianza sono principi spirituali corrotti dal tentativo di meccanizzarli e formalizzarli, con il risultato di ottenere non la piccolezza e l'umiltà universali, ma la grandezza e l'orgoglio universali, finché qualche orco non si impossessa di un anello di potere - e allora otteniamo e otterremo la schiavitù.

John Ronald Reuel Tolkien, La realtà in trasparenza. Lettere.


#Tolkien #democrazia #umiltà #orgoglio #uguaglianza


lunedì 17 febbraio 2025

Cosa diceva di sé John Ronald Reuel Tolkien.

Sono un Hobbit in tutto e per tutto, tranne che per le dimensioni. Mi piacciono i giardini, gli alberi e i terreni agricoli non meccanizzati; fumo la pipa e mi piace il buon cibo semplice (non refrigerato), ma detesto la cucina francese; mi piacciono, e oso persino indossare in questi giorni noiosi, i gilet ornamentali. Sono appassionato di funghi (di campo); ho un senso dell'umorismo molto semplice (che persino i miei critici apprezzabili trovano stancante); vado a letto tardi e mi alzo tardi (quando possibile). Non viaggio molto.

J. R. R. Tolkien Lettera a Deborah Webster, 25 ottobre 1958



domenica 14 luglio 2024

Frammenti della mia filosofia - 62 - J. R. R. Tolkien, La realtà in trasparenza (Lettere) | Essere hobbit.

 Sono un hobbit (in tutto tranne che nella statura).

J. R. R. Tolkien, La realtà in trasparenza. Lettere: 1914 - 1973.



Frammenti della mia filosofia - 61 - Marco Sermarini nel sito dei Cinque Passi (padre Maurizio Botta, vecchio amico).

Tolkien non s’è sbagliato di una virgola. Il mondo è come la Terra di Mezzo, bisogna scegliere da che parte stare, è semplice. Io voglio stare con gli hobbit, sempre, per tutta la vita! Cioè dalla parte della Luce, ma essere sempre un po’ di campagna e un po’ bimbo… Io sto bene tra quelli di campagna e tra i bimbi, cioè sono un hobbit in tutto, salvo che nella statura (come disse JRRT…).

Marco Sermarini, qui, nel sito dei Cinque Passi.

Frammenti della mia filosofia - 60 - J. R. R. Tolkien, Lettere. | Festeggiare la vita semplice.


 

lunedì 29 aprile 2024

Mooreeffoc

Mooreeffoc.

E adesso vediamo che mi dite in proposito...





giovedì 21 marzo 2024

Frammenti della mia filosofia - 52 - Attenti alla parola “Stato”… - J. R. R. Tolkien.


Arresterei chiunque usi la parola Stato (intendendo qualsiasi cosa che non sia la terra inglese e i suoi abitanti, cioè qualcosa che non ha poteri né diritti né intelligenza); e dopo avergli dato la possibilità di ritrattare, se rimanesse della stessa idea lo giustizierei!.


John Ronald Reuel Tolkien, da una lettera citata in Stratford Caldecott, Il fuoco segreto.


sabato 2 marzo 2024

Creature sorprendenti.


'My dear Frodo!' exclaimed Gandalf. 'Hobbits really are amazing creatures, as I have said before. You can learn all that there is to know about their ways in a month, and yet after a hundred years they can still surprise you at a pinch.

John Ronald Reuel Tolkien, The Lord of the Rings.



venerdì 8 aprile 2022

Frammenti della mia filosofia - 13 - Dalla parte di nessuno.


 «Parte? Dalla parte di nessuno, perché nessuno è dalla mia parte, piccolo orco».

Barbalbero risponde a Merry e Pipino, in John Ronald Reuel Tolkien, Il Signore degli Anelli.

***

Qual era dunque “il Partito della Contea” per il quale il brillante scrittore inglese militava? Era un conservatore, un’ecologista, o forse addirittura un precursore del sovranismo? (...)  vorrei dire la mia, chiamando in causa lo stesso Tolkien. La citazione è naturalmente tratta da Il Signore degli Anelli e proviene da un personaggio tanto fondamentale quanto sottovalutato da molti lettori e spettatori dei film tratti dal romanzo: Barbalbero. Egli è un Ent, un pastore di alberi, una creatura antichissima della Terra di Mezzo la cui grande saggezza deriva dall’essere stato testimone di molti eventi e conflitti.

Nel corso di una vivace conversazione con i due Hobbit Merry e Pipino, che cercano di convincerlo a scendere in campo nella Guerra dell’Anello, Barbalbero si sente rivolgere una domanda cruciale: ma tu da che parte stai? Ovvero con chi ti schieri, qual è il tuo partito. La risposta di Barbalbero è pronta: «Parte? Dalla parte di nessuno, perché nessuno è dalla mia parte, piccolo orco».

Questa reazione, venata da una nota di triste amarezza, non impedirà comunque all’Ent di dare il proprio decisivo apporto nella battaglia contro Saruman, contro il disegno dell’Oscuro Signore di imporre al mondo il suo potere. Tuttavia l’espressione di Barbalbero è molto significativa, e forse potrebbe essere utilizzata come chiave interpretativa per comprendere Tolkien e la sua visione del mondo.

Perché preoccuparsi da quale parte stare, quando nessuno – o quasi – si preoccupa di dove sto io, ovvero di ciò che mi sta a cuore, in cui credo, per cui lotto e soffro? Chi stava dalla parte di questo ragazzo cresciuto nella periferia di Birmingham, che aveva perso da bambino il padre, la cui madre si convertì al cattolicesimo sull’esempio del grande John Henry Newman, e che portò con sé i figli nella via gloriosa e dolorosa della Chiesa in Inghilterra, una via di martirio, di persecuzione, di discriminazione?

La visione del mondo di Tolkien è l’esito di questo percorso, di questa identità di cattolico inglese. Non poteva quindi avere idee nazionaliste, o tantomeno imperialiste. Amava la “Merry England” medievale, non certo l’Impero Britannico.

(...)

Combatté nella Prima guerra mondiale vedendo e descrivendo la crudeltà e l’ottusità dei suoi comandanti.

Negli anni Trenta assisté all’ascesa dei totalitarismi, e fu critico durissimo e ironico delle pretese razziali del nazismo. Suo figlio maggiore che studiava per il sacerdozio a Roma dovette fuggire nel 1940 dai fascisti che lo volevano far prigioniero. Conobbe i bombardamenti della guerra, ma si rese perfettamente conto (...) che i vincitori Alleati non erano delle sedicenti “forze del bene” e che altri mali sarebbero arrivati.

Paolo Gulisano, prefazione a Luca Fumagalli, La società della Contea - Appunti sulla filosofia politica di J. R. R. Tolkien

venerdì 4 febbraio 2022

Frammenti della mia filosofia - Tolkien, La Compagnia dell'Anello, Gandalf al Consiglio di Elrond (comunque una riproposizione) - 8

"Disperazione o follia?", disse Gandalf. "Non è disperazione, perché la disperazione è solo per coloro che vedono la fine senza dubbio possibile. Non è il nostro caso. È saggezza riconoscere la necessità quando tutte le altre vie sono state soppesate, benché possa sembrare follia a chi si appiglia a false speranze. Ebbene, che la follia sia il nostro manto, un velo dinnanzi agli occhi del Nemico! Egli è molto saggio, e soppesa ogni cosa con estrema accuratezza sulla bilancia della sua malvagità. Ma l'unica misura che conosce è il desiderio, desiderio di potere, ed egli giudica tutti i cuori alla stessa stregua. La sua mente non accetterebbe mai il pensiero che qualcuno possa rifiutare il tanto bramato potere, o che, possedendo l'Anello, voglia distruggerlo. Questa dev'esser dunque la nostra mira, se vogliamo confondere i suoi calcoli"


J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello, Gandalf al Consiglio di Elrond 

giovedì 11 marzo 2021

martedì 14 novembre 2017

La follia sia il nostro manto

"Disperazione o follia?", disse Gandalf. "Non è disperazione, perché la disperazione è solo per coloro che vedono la fine senza dubbio possibile. Non è il nostro caso. È saggezza riconoscere la necessità quando tutte le altre vie sono state soppesate, benché possa sembrare follia a chi si appiglia a false speranze. Ebbene, che la follia sia il nostro manto, un velo dinnanzi agli occhi del Nemico! Egli è molto saggio, e soppesa ogni cosa con estrema accuratezza sulla bilancia della sua malvagità. Ma l'unica misura che conosce è il desiderio, desiderio di potere, ed egli giudica tutti i cuori alla stessa stregua. La sua mente non accetterebbe mai il pensiero che qualcuno possa rifiutare il tanto bramato potere, o che, possedendo l'Anello, voglia distruggero. questa dev'esser dunque la nostra mira, se vogliamo confondere i suoi calcoli"

J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello, Gandalf al Consiglio di Elrond 

giovedì 12 dicembre 2013

E' giunta l'ora del popolo della Contea

Dice Elrond: "Né la forza né la saggezza ci condurrebbero lontano; questo è un cammino che i deboli possono intraprendere con la medesima speranza dei forti. Eppure è tale il corso degli eventi che muovono le ruote del mondo, che sono spesso le piccole mani ad agire per necessità, mentre gli occhi dei grandi sono rivolti altrove." E più tardi, Gandalf ribatterà: "Credo, Elrond, che in questo caso sarebbe bene fidarsi piuttosto della loro amicizia anziché della grande saggezza di un altro"».

giovedì 20 dicembre 2012

Andate a vedere Lo Hobbit...

... non è esattamente come lo avete letto sul libro, ma ci sono due o tre battute che da sole giustificherebbero tutto il film.

Buon divertimento!



Marco (un hobbit in tutto salvo che nella statura, come avrebbe detto JRRT)

giovedì 16 luglio 2009

Lo sbarco sulla luna - I miei ricordi (che probabilmente non interesseranno a nessuno, ma io lo dico...): astronavi, scuola, figli, hobbit...

I primi tre uomini a volare sulla Luna: Armstrong, Collins e Aldrin
Quando il primo uomo sbarcò sulla luna, io avevo appena compiuto quattro anni. Me lo ricordo bene, quel giorno, anzi quella notte, perché la faccenda successe verso le quattro di notte, ed io, bimbo di quattro anni, ero sveglio con i miei genitori (mi pare che fossi in braccio a mio padre, e anche di aver dormito fino a pochi minuti prima della discesa dal Lem di Neil Armstrong - il cognome lo imparai subito! e oggi dopo quarant'anni me lo ricordo ancora!). Era la missione Apollo 11. In televisione la notizia la diede Tito Stagno, un simpatico giornalista della RAI. Ricordo quell'evento molto nitidamente: il televisore in bianco e nero acceso ad un'ora impossibile, le immagini chiare e scure, la voce inconfondibile di Tito Stagno, gli applausi di mio padre. Sinceramente sono un po' commosso ancora oggi. Ricordo pure che nei giorni successivi babbo mi comprò una piccola astronave di plastica stile Apollo 11 con il suo Lem, ed io giocavo e ripetevo i nomi dei tre astronauti, e sognavo di andare anch'io sulla luna. La luna mi ha sempre ispirato molto, tanto che al liceo feci un tema sulla notte e la luna che la mia severissima professoressa Giorgina Grifi (che Dio l'abbia in gloria, davvero, per tutto quello che mi ha dato) premiò addirittura con un sette meno, tenendo a precisare che era il secondo sette che metteva valutando un tema in tutta la sua lunghissima carriera di insegnante che oramai volgeva al termine. Disse pure che per non sbagliare nella valutazione lo aveva fatto leggere anche alla sua collega altrettanto severa, la professoressa Viglione. Quando ero già babbo di Pier Giorgio e Francesca, una sera tornando a casa in bicicletta (era il mese di ottobre del 1998, era nata da poco Francesca) con il piccolissimo Pier Giorgio (un anno e mezzo scarso) vedemmo la luna in cielo. Io, per fare qualcosa di simpatico, dissi a Pier Giorgio: "Lo sai che cosa fanno gli hobbit quando vedono la luna? Ahuu!!!" e ululai alla luna (lo so, non è assolutamente vero, però dobbiamo fare qualcosa di grande, no? Se vi interessa, al mare ci gettiamo all'assalto degli orchetti gridando "Elbereth Giltoniel!"). Poi dissi: "Noi siamo hobbit -io ho sempre detto con Tolkien di essere in tutto un hobbit salvo che nella statura, e ultimamente dico che la panza è quella di un hobbit...-, e quando vediamo la luna come facciamo?", allora io feci: "Uno, due, tre..." e insieme, io e Pier Giorgino, dicemmo: "Ahuuu!!!". Ho ripetuto questo rituale (con Chesterton invece mi proclamo fervente ritualista, come ogni bambino) con ogni figlio, e proprio in questi giorni ho insegnato anche alla piccola Anna Maria di quattordici mesi e mezzo (la numero cinque) a fare "Ahuu!!!". Bello, no?

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Aggiornamento del 17 Settembre 2021:

Felice è colui che ama ancora ciò che amava all'asilo: non è stato spezzato in due dal tempo; non sono due uomini, ma uno solo, ed ha salvato non solo la sua anima ma la sua vita.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 26 Settembre 1908.

E, qui giunto, mi commuovo ancora una volta contento!