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domenica 2 marzo 2025

Frammenti della mia filosofia - 78 - Chesterton, infanzia, una sorta di luce bianca su tutto.

Devo cercare di spiegare in qualche modo che cosa intendo dire quando dico che la mia infanzia è stata di tipo, o qualità, del tutto diversa dal resto della mia esistenza, immeritatamente piacevole e gioiosa.

Di questa qualità positiva l'attributo più generale era la chiarezza. È qui che differisco, per esempio, da Stevenson, che pure ammiro vivamente, e che parla del bambino come se si muovesse con la testa tra le nuvole. Egli parla del bambino come se fosse normalmente in un sogno ad occhi aperti, in cui non riesce a distinguere la fantasia dai fatti. Ora, bambini e adulti sono entrambi fantasiosi a volte; ma non è questo che, nella mia mente e nella mia memoria, distingue gli adulti dai bambini. Il mio è un ricordo di una sorta di luce bianca su tutto, che ritagliava le cose in modo molto chiaro e ne sottolineava piuttosto la solidità. Il punto è che la luce bianca aveva una sorta di meraviglia, come se il mondo fosse nuovo come me; ma non che il mondo fosse altro che un mondo reale.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia (mia traduzione)



domenica 24 novembre 2024

Frammenti della mia filosofia - 68 - Mi preoccupa ciò che è diventato un bambino.



Ora sono in uno stato in cui mi sento un mostruoso ciarlatano, come se indossassi una maschera e fossi imbottito di cuscini, ogni volta che vedo qualcosa sul G. K. C. pubblico; mi fa male, perché anche se le opinioni che esprimo sono reali, l'immagine è terribilmente irreale rispetto alla persona reale che ha bisogno di aiuto in questo momento. Ho la stessa vanità di chiunque altro riguardo a questi successi superficiali mentre si verificano; ma non sento mai per un momento che essi influenzino la realtà del fatto che io sia completamente marcio o meno; così che qualsiasi commento pubblico sulla mia posizione religiosa sembra come un vento dall'altra parte del mondo; come se riguardasse qualcun altro - come in effetti è. Non mi preoccupa un grosso uomo grasso che appare sulle piattaforme e nelle caricature; anche quando si diletta in dibattiti su quello che io ritengo essere il giusto. Mi preoccupa ciò che è diventato un bambino a cui il padre mostrava un teatro giocattolo, e uno scolaro che nessuno ha mai sentito nominare, con il suo rimuginare su dubbi, oscurità e sogni a occhi aperti, con una coscienza grossolana così incoerente da sfiorare l'ipocrisia; e tutta la vita morbosa della mente solitaria di una persona viva con cui ho vissuto. È questa storia, che così spesso ha rischiato di finire male, che voglio che finisca bene. 

Gilbert Keith Chesterton, da una lettera a mons. Ronald Knox poco prima della sua conversione al cattolicesimo, in Dudley Barker, G. K. Chesterton: A Biography, New York, Stein & Day, 1973.

Questo brano si accorda perfettamente con quest'altra citazione, sempre di Chesterton:



sabato 21 settembre 2024

La quiete dopo la tempesta di Giacomo Leopardi vista con i miei occhi


 

Ho trovato quest'immaginetta su internet, non ricordo esattamente dove, però come l'ho vista ho pensato: è esattamente come ho sempre visto quella prima parte della poesia nella mia immaginazione. Per essere più preciso, la mia fervida fantasia mi ha sempre fatto immaginare la gallina che faceva il passo militare, o meglio "il passo dell'oca"... Non lo dico come battuta (gallina che fa il passo dell'oca), anche se come battuta funziona, è che l'ho sempre pensato.

Questa poesia credo di averla sentita la prima volta alle medie, ma all'epoca ero ancora un infante come d'altronde adesso; essendomisi stampata in testa un'idea del mondo intero come quello del sussidiario e del libro di lettura delle mie scuole elementari, e pure i viaggetti domenicali a Spinetoli da mia nonna, e qualche rara gita a Loreto e a Recanati da piccolino, tutto per me è ancora e sempre come in questa immaginetta. Tutto: mare, monti, case, campagna, piazze, alberi, bambini, vecchietti, uomini, donne, finestre, nuvole, galline, paperi nello stagno, stracci, ossi, come diceva il mio Chesterton... la questione nasce quando il mondo intorno a me non è esattamente come dovrebbe essere: è lì che mi metto in movimento e comincio la battaglia.

Io penso che il giovane Giacomo Leopardi, che affettuosamente chiamo Giacomino, anche lui avesse grandi e buoni desideri, e mi ricorda i desideri che avevo quando io ero bambino e ragazzo. Essi non sono mai venuti meno di una virgola nella loro intensità, perché Nostro Signore mi ha sempre fatto il dono e la grazia di ricordarmeli ed io da parte mia ho cercato di tenerli sempre desti e vivi come potevo.

A volte mi chiedo come mai questa poesia finisca non gloriosamente come inizia, con la gloria luminosa del quotidiano. Giacomino, mi dico sempre, se tu avessi avuto un buon amico a fianco! Pensa cosa avresti detto e fatto, se tanto mi dà tanto! So che sei morto in grazia di Dio, coi sacramenti, e questo è un gran bene, ma per questo sono certo che hai trovato il Buon Amico lassù, quello che ti faceva cominciare bene le poesie.

Per conto mio continuo a dire a tutti: fatevi dei buoni amici che vi facciano essere sempre come il bimbo che immagina o guarda la gallina, la pioggia, l'erbaiuolo che rinnova di sentiero in sentiero il grido giornaliero (mamma mimava per me improvvisando questa scena), gli augelli, il fiume nella valle, il romorio, l'umido cielo, l'artigiano con l'opra in man cantando, la femminetta a cor dell'acqua, il sole che sorride per li poggi, la famiglia che apre le finestre, i sonagli e il carro che stride.

Sennò prendete il primo che passa e pagatelo perché lo faccia esattamente e fategli causa se non lo fa esattamente.

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Aggiornamento del 22 giugno 2025:

Felice è colui che ama ancora ciò che amava all'asilo: non è stato spezzato in due dal tempo; non sono due uomini, ma uno solo, ed ha salvato non solo la sua anima ma la sua vita.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 26 Settembre 1908.