giovedì 26 giugno 2025

Dizionario della mia lingua, il sambenedettese - 7 - Interessante termine liturgico.

Patràccule, bàttola, crotalo, troccolo: arnese di legno che si usa come surrogato delle campane per chiamare i fedeli in chiesa il Venerdì ed il Sabato Santo, quando i sacri bronzi tacciono.


#liturgia #sambenedettese #SanBenedettodelTronto #dialetto

mercoledì 25 giugno 2025

Frammenti della mia filosofia - 85 - Tolkien, dove si trova il coraggio.


Il coraggio si trova in posti insospettabili.

John Ronald Reuel Tolkien, Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello.


#coraggio #Tolkien #IlSignoredegliAnelli 


martedì 24 giugno 2025

Frammenti della mia filosofia - 84 - Tolkien: "... Non la piccolezza e l'umiltà universali, ma la grandezza e l'orgoglio universali...".

Non sono un “democratico” solo perché l'“umiltà” e l'uguaglianza sono principi spirituali corrotti dal tentativo di meccanizzarli e formalizzarli, con il risultato di ottenere non la piccolezza e l'umiltà universali, ma la grandezza e l'orgoglio universali, finché qualche orco non si impossessa di un anello di potere - e allora otteniamo e otterremo la schiavitù.

John Ronald Reuel Tolkien, La realtà in trasparenza. Lettere.


#Tolkien #democrazia #umiltà #orgoglio #uguaglianza


lunedì 23 giugno 2025

Frammenti della mia filosofia - 83 - Tolkien, "Arresterei chiunque usi la parola Stato...".


Le mie opinioni politiche inclinano sempre più verso l'anarchia (intesa filosoficamente come abolizione di ogni controllo, non come uomini barbuti che lanciano bombe) -- oppure verso una monarchia non costituzionale.

***

Arresterei chiunque usi la parola Stato (intendendo qualsiasi cosa che non sia la terra inglese e i suoi abitanti, cioè qualcosa che non ha poteri né diritti né intelligenza); e dopo avergli dato la possibilità di ritrattare, se rimanesse della stessa idea lo giustizierei!

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Governo è un sostantivo astratto che indica l'arte e il modo di governare e sarebbe offensivo scriverlo con la G minuscola come per riferirsi al popolo.

John Ronald Reuel Tolkien, La realtà in trasparenza. Lettere.

Per quel che mi consta credo più alla "mezza repubblica" a cui Tolkien fa cenno in un'altra sua lettera (e non credo molto anzi per niente alla "mezza aristocrazia", presente sempre nella stessa lettera). Per il resto tutto ok (naturalmente con lo stesso tono leggero ma serio di Tolkien -- spero qualcuno lo intenda...).


#Tolkien #stato #repubblica #monarchia

domenica 22 giugno 2025

Dizionario della mia lingua, il sambenedettese - 6 - Domattina.

Dëmaténë cioè domattina, domani mattina.

Ma la cosa in sé non ha niente di speciale se non che mia mamma e tutto il parentado sambenedettese non si limitava a dire "dëmaténë" ma solo apparentemente rafforzava il concetto dicendo "dëmaténë a maténë", con ciò svelando che in realtà "dëmaténë" significasse semplicemente "domani"...

🤷🏽‍♂️


#SanBenedettodelTronto #dialetto #sambenedettese

Frammenti della mia filosofia - 82 - Chesterton, la famiglia viene prima della legge e dello stato.

Si può dire che l'istituzione della casa è l'unica istituzione anarchica. Vale a dire, è più antica della legge e si trova al di fuori dello Stato. Per sua natura è rinnovata o corrotta dalle forze indefinibili della consuetudine o dei rapporti di parentela. Questo non significa che lo Stato non abbia alcuna autorità sulle famiglie; l'autorità dello Stato è invocata e dovrebbe essere invocata in molti casi anomali. Ma nella maggior parte dei casi normali di gioie e dolori familiari, lo Stato non ha modo di entrare. Non è tanto che la legge non debba interferire, quanto che non possa farlo. Come ci sono campi troppo lontani per la legge, così ci sono campi troppo vicini; come un uomo può vedere il Polo Nord prima di vedere la propria spina dorsale. Le questioni piccole e vicine sfuggono al controllo almeno quanto quelle vaste e lontane; e i dolori e i piaceri reali della famiglia ne sono un esempio lampante. Se un bambino piange per la luna, il poliziotto non può procurargliela, ma non può nemmeno fermare il bambino. Creature così vicine l'una all'altra come marito e moglie, o una madre e i figli, hanno il potere di rendersi felici o infelici l'un l'altro che nessuna coercizione pubblica può affrontare. Se un matrimonio potesse essere sciolto ogni mattina, non restituirebbe il riposo notturno a un uomo tenuto sveglio da una ramanzina; e a cosa serve dare molto potere a un uomo che vuole solo un po' di pace? Il bambino deve dipendere dalla madre più imperfetta; la madre può essere devota ai figli più indegni; in questi rapporti le vendette legali sono vane. Anche nei casi anormali in cui la legge può operare, si riscontra costantemente questa difficoltà, come sanno molti magistrati sconcertati. Deve salvare i bambini dalla fame togliendo loro la persona che porta il pane in famiglia. E spesso deve spezzare il cuore di una moglie perché il marito le ha già rotto la testa. Lo Stato non dispone di uno strumento abbastanza delicato per sradicare le abitudini radicate e gli affetti intricati della famiglia; i due sessi, felici o infelici che siano, sono incollati troppo strettamente perché si possa infilare tra loro la lama di un coltellino legale. L'uomo e la donna sono una sola carne - sì, anche quando non sono un solo spirito. L'uomo è un quadrupede.


Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo.

Qui, amici, Chesterton rimette a posto una serie di cose che oggi sono sempre più labili. Sempre più oggi si ritiene che la famiglia debba essere controllata dallo stato perché in fondo la si considera un ambiente pernicioso e pericoloso, e che lo stato sappia sempre come fare e che quello che fa sia sempre giusto (sia a destra che a sinistra, penoso). La mia esperienza professionale e di uomo mi dice che questa è la tendenza anche culturale odierna, e che invece, come ci fa capire Chesterton, le cose fondamentalmente non stanno così. Dovremmo aprire tutti i giorni gli occhi quando la burocrazia ci fa credere che le sue sono le uniche soluzioni possibili, e che lo stato può sistemare tutto, perché non è così. La famiglia è l'unica istituzione anarchica perché è più antica della legge ed è fuori dallo stato (che mi ostino a scrivere con la minuscola).





mercoledì 18 giugno 2025

Tutta la mia stima a papa Sisto V.




A Loreto c'è un monumento dedicato a Papa Sisto V (nato a Grottammare e cresciuto a Montalto nelle Marche). Sta sulla scalinata che conduce al sagrato della Basilica della Santa Casa.

Fu progettato da Antonio Calcagni e realizzato dallo stesso assieme a Tiburzio Vergelli nel 1587. È di bronzo. Fu pagato dagli otto cardinali marchigiani nominati da Sisto V. Gente di buon cuore.

È posto su un basamento marmoreo ottagonale, e su ogni lato c'è un fregio, una formella o una statua.

Sul lato sinistro del basamento guardando la chiesa c'è questa formella alla cui base c'è una scritta in lingua latina:

S U S C I T A R E   N U L L U S   A U D E B I T

È parte di un versetto della Bibbia, precisamente dell'Antico Testamento. Nel libro dei Numeri si legge della profezia di Balaam, l'indovino non ebreo anzi moabita che benedice il popolo d'Israele, la stirpe di Giacobbe, anziché maledirla, come richiesto dal re Balak.

Il versetto è parte di un capitolo, il ventiquattresimo, in cui appunto Balaam benedice, cioè dice bene degli israeliti, ispirato da Dio pur non essendo un israelita:



Accubans dormivit ut leo, et quasi leaena, quam suscitare nullus audebit. Qui benedixerit tibi, erit et ipse benedictus: qui maledixerit, in maledictione reputabitur.

Numeri 24, 9.

Qui sotto una mia traduzione.

Si è accovacciato come un leone e come una leonessa, che nessuno oserà svegliare. Chi ti benedice sarà benedetto: chi ti maledice sarà considerato maledetto.

Numeri 24, 9.

Papa Sisto, il papa tosto, che nessuno osava svegliare, come il leone evocato da Balaam. Si vede era proprio così. Mi piace molto quest'idea di forza e di giustizia rappresentata nella Bibbia e ripresa dall'arte per lodare un uomo giusto. Lo stemma papale di Sisto V era infatti un leone rampante, che invece in quest'immagine abbraccia un monte a tre cime (del tipo effigiato negli stemmi dei Monti di Pietà).

martedì 10 giugno 2025

Sarò contento di incontrare tutti i miei più cari "personaggi"...

Ma almeno questo è parte di ciò che Dickens intendeva dire: che il cameratismo e la gioia seria non sono intermezzi nel nostro viaggio, ma che piuttosto i nostri viaggi sono intermezzi di amicizia e gioia, che grazie a Dio dureranno per sempre. La locanda non indica la strada, ma la strada indica la locanda. E tutte le strade puntano infine a una locanda finale, dove incontreremo Dickens e tutti i suoi personaggi; e quando berremo di nuovo sarà dai grandi boccali della taverna alla fine del mondo.

Gilbert Keith Chesterton, Charles Dickens.

lunedì 2 giugno 2025

Frammenti della mia filosofia - 81 - Chesterton: "La moralità è cominciata dicendo: 'non dobbiamo batterci nel luogo sacro'".

Le teorie del contratto sociale nate nel XVIII secolo sono state criticate in modo troppo maldestro nel nostro tempo; nella misura in cui affermavano che, dietro ogni governo storico, c’è un’idea di consenso e di cooperazione, tali teorie erano manifestamente giuste. Ma quando suggerivano che l’uomo ha sempre aspirato all’ordine o all’etica per mezzo di un consapevole scambio di interessi reciproci, erano di gran lunga sbagliate. La moralità non è cominciata con un uomo che diceva a un altro: «Non ti picchierò se non mi picchierai»; non c’è traccia di un simile accordo. Esiste, invece, la testimonianza che entrambi gli uomini dicessero: «Non dobbiamo batterci a vicenda nel luogo sacro». Conquistarono la moralità salvando la religione. Non aspiravano al coraggio. Combattevano per difendere il santuario e scoprirono di essere diventati coraggiosi. Non coltivavano la purezza. Si purificavano per l’altare e scoprirono di essere puri. La storia degli ebrei è l’unico documento dell’antichità che la maggior parte degli inglesi conosce, ed è sufficiente per poter giudicare i fatti. I Dieci Comandamenti, che sono stati riconosciuti sostanzialmente comuni all’umanità, erano dei semplici comandi militari, un codice di ordini marziali emanato per proteggere una certa arca attraverso un certo deserto. L ’anarchia era un male perché metteva in pericolo la santità. E solo quando istituirono un giorno sacro dedicato a Dio scoprirono di avere creato un giorno di festa per l’uomo.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.

mercoledì 28 maggio 2025

A Nigthingale Sang in Berkeley Square, ancora una volta.

Vi ripropongo questa bella canzone interpretata dai Manhattan Transfer. Sotto ci sono le parole.

Rappresenta tante cose belle e pulite, "i buoni sentimenti" di cui spesso parlava mia moglie. Tutte cose già dette e ridette, ma proprio oggi ho voglia di riproporla.

Anche oggi, così, per gusto.

A me piace sempre.

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That certain night, the night we metThere was magic abroad in the airThere were angels dining at the RitzAnd a nightingale sang in Berkeley Square

I may be right, I may be wrongBut I'm perfectly willing to swearThat when you turned and smiled at meA nightingale sang in Berkeley Square
The moon that lingered over London townPoor puzzled moon, he wore a frownHow could he know we two were so in loveThe whole darned world seemed upside down
The streets of town were paved with starsIt was such a romantic affairAnd as we kissed and said good nightA nightingale sang in Berkley Square.
(mia traduzione: Quella certa sera, la sera in cui ci siamo incontrati / C'era magia nell'aria / C'erano angeli a cena al Ritz / E un usignolo cantava a Berkeley Square / Potrei essere nel giusto, potrei essere nel torto / ma sono fermamente disposto a giurare / che quando ti sei girata e mi hai sorriso / Un usignolo ha cantato a Berkeley Square/  La luna che indugiava sulla città di Londra / Povera luna perplessa, aveva un'espressione imbronciata / Come poteva sapere che noi due eravamo così innamorati / Tutto il maledetto mondo sembrava sottosopra / Le strade della città erano lastricate di stelle / Era una storia così romantica / E mentre ci davamo un bacio e ci davamo la buonanotte / Un usignolo cantava a Berkley Square).


mercoledì 7 maggio 2025

giovedì 1 maggio 2025

Un passo fuori moda della Bibbia ma non cancellato.

È un altro modo di pensare, che ha funzionato sempre. Non funziona da quando il mondo è stato messo in subbuglio.

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Mulieres viris suis subditæ sint, sicut Domino: quoniam vir caput est mulieris, sicut Christus caput est Ecclesiæ: ipse, salvator corporis ejus. Sed sicut Ecclesia subjecta est Christo, ita et mulieres viris suis in omnibus. Viri, diligite uxores vestras, sicut et Christus dilexit Ecclesiam, et seipsum tradidit pro ea, ut illam sanctificaret, mundans lavacro aquæ in verbo vitæ, ut exhiberet ipse sibi gloriosam Ecclesiam, non habentem maculam, aut rugam, aut aliquid hujusmodi, sed ut sit sancta et immaculata. Ita et viri debent diligere uxores suas ut corpora sua. Qui suam uxorem diligit, seipsum diligit. Nemo enim umquam carnem suam odio habuit: sed nutrit et fovet eam, sicut et Christus Ecclesiam: quia membra sumus corporis ejus, de carne ejus et de ossibus ejus. Propter hoc relinquet homo patrem et matrem suam, et adhaerebit uxori suae, et erunt duo in carne una. Sacramentum hoc magnum est, ego autem dico in Christo et in Ecclesia. Verumtamen et vos singuli, unusquisque uxorem suam sicut seipsum diligat: uxor autem timeat virum suum.

(ad Ephesios 5,22-28)

Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne solaQuesto mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.

(Efesini 5, 22 - 33)

Gilbert Keith Chesterton e sua moglie Frances Blogg


domenica 27 aprile 2025

Chi vuol vedere segni, deve dare tutto! Il video del Chesterton Gala 2025. Una bellissima cosa.

 

Hilaire Belloc tesse le lodi della poesia Lepanto di Chesterton alla sua maniera...

Quello viene da Lepanto, ed è un suono di tromba! Ma in effetti tutta quella poesia, Lepanto, non è solo il culmine del successo di Chesterton in versi, ma il culmine dei versi retorici più alti di tutta la nostra generazione. L'ho detto così spesso che sono quasi stanco di ripeterlo, ma devo continuare a dirlo. Coloro che non vedono il valore di Lepanto sono mezzi morti. Che rimangano così.

Hilaire Belloc, On the place of Gilbert Keith Chesterton in English Literature.




Ecco Belloc in piedi al centro a Brighton
per una conferenza, sempre carico,
sempre incacchiato come una biscia
(fatemelo dire come lo so)...


sabato 26 aprile 2025

Mi fisso - L'uomo, la più terribile delle bestie...

Noi ci facciamo i nostri amici; ci facciamo i nostri nemici; ma Dio fa il nostro vicino della porta accanto. Per questo egli ci appare rivestito di tutti gli incuranti terrori della natura; è strano come le stelle, sconsiderato e indifferente come la pioggia. Egli è l'Uomo, la più terribile delle bestie. Per questo le antiche religioni e l'antico linguaggio delle Sacre Scritture mostrarono una così acuta saggezza quando parlarono, non del dovere di ciascuno verso l'umanità, ma del dovere di ciascuno verso il suo vicino.

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.



Un bel ricordo dell'infanzia. Musica bella.

 


Non sapevo che questo brano, A Taste of Honey, fosse stato suonato anche dai Tijuana Brass, e nemmeno sapevo l'esistenza di questo gruppo negli anni Sessanta. La versione più famosa, la  sigla del programma radiofonico Tutto il calcio minuto per minuto, è proprio la loro. Che flash di gioventù!

Ci sono arrivato cercando notizie su Herb Alpert, quel giovanotto che dirige tutta la faccenda e che un paio di mesi fa ho scoperto che ha compiuto novant'anni. Ero curioso perché una volta l'avevo visto in un altro video, lui che presentava un grande, cioè Wes Montgomery, che suonava Windy in una versione a mio giudizio bellissima:




Aggiornamento del 22 giugno 2025:

Felice è colui che ama ancora ciò che amava all'asilo: non è stato spezzato in due dal tempo; non sono due uomini, ma uno solo, ed ha salvato non solo la sua anima ma la sua vita.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 26 Settembre 1908.

venerdì 25 aprile 2025

San Marco, auguri ai miei sodali e a me!

 


Frammenti della mia filosofia - 80 - Chesterton, l'umiltà come arte lussuosa di ridursi a un punto.

L'umiltà è l'arte lussuosa di ridursi a un punto, non a una cosa piccola o grande, ma a una cosa che non ha alcuna dimensione, in modo che per essa tutte le cose cosmiche siano ciò che sono realmente, di una statura incommensurabile.

Gilbert Keith Chesterton, L'imputato.




domenica 20 aprile 2025

Frammenti della mia filosofia - 79 - Chesterton, ritualista: indossare il cuore sulla manica.

Il ritualismo attirerà sempre gran parte dell'umanità sana, semplicemente perché il ritualismo è indossare il cuore sulla manica (1), una pratica eccellente. Dice in sostanza: "Indossate il vostro cuore sulla manica; portatelo blasonato in cremisi e ricamato in oro. Scatenatevi in canti e colori come fanno gli innamorati. Lasciate che gli altri fingano una delicatezza disumana e un silenzio piuttosto sofisticato. Gridiamo come fanno i bambini quando hanno trovato davvero qualcosa. Facciamo suonare trombe e accendiamo candele davanti alla cosa che abbiamo, per dimostrare almeno che l'abbiamo. E che mantengano un silenzio decoroso e un comportamento moderato, che alzino un muro di pietra e stendano un velo di mistero su qualcosa che non hanno affatto".

Gilbert Keith Chesterton, The Illustrated London News, 28 luglio 1906.


(1) "Indossare il vostro cuore sulla manica" (to wear your heart on your sleeve) è un modo di dire della lingua inglese che indica il mostrare apertamente i propri sentimenti.




venerdì 11 aprile 2025

Oggi ho ritrovato un pensiero che scrissi qualche anno fa...

«Oggi 18 settembre 2020 sono tornato al Tribunale di Teramo. Ho rivisto alcuni colleghi che mi hanno accolto con molto affetto, in particolare F. T. e P. S.. Mi sono fermato a parlare con loro e, anche se la pensano diversamente da me, ho piacere di incontrarli visto che sono sempre gentili con me. Ho incontrato anche l’addetto alla stenotipia (...) che mi ha salutato e mi ha detto lieto: “Ho piacere di rivederti, Avvocato!“ E io gli ho risposto: "anch’io!" Sono state cose che mi hanno fatto molto piacere.


Oggi all’uscita dell’autostrada di ritorno da Teramo mi sono ricordato che qui vicino c’è Contrada Isola, un pezzo di terreno abruzzese rimasto attaccato alla sponda marchigiana del Tronto a seguito di un’opera che regolò il corso del fiume ai primi del ‘900; oggi è ancora un pezzo di Abruzzo di là dal Tronto, una sorta di exclave abruzzese nelle Marche. Dal punto di vista amministrativo è un pezzo del comune di Colonnella ma ha il prefisso telefonico di San Benedetto del Tronto, come pure da lì parte il postino... Ricordo che ci ero venuto con R. (...) quando dovevamo fondare la Scuola (...). Allora andammo in giro io e R. con la sua Vespa a cercare gli esatti confini tra le due regioni e a vedere se c’era un posticino per noi, poi lasciammo perdere. Però è molto divertente».

giovedì 20 marzo 2025

Doroteo di Gaza: l’essere al di sotto di tutti e il pregare sempre si oppongono alla superbia.

Una parola da Doroteo di Gaza sull'umiltà e su come la si ottiene: 

"(…) l'essere al di sotto di tutti (…) si oppone alla prima superbia (considerare un niente il fratello, ndr): giacché come può considerarsi superiore al proprio fratello o inorgoglirsi in qualche cosa o rimproverare o disprezzare qualcuno, colui che si considera al di sotto di tutti? Ugualmente, anche il pregare continuamente, è chiaro perché si oppone alla seconda superbia (insuperbirsi contro Dio e ascrivere a sé e non a Dio i propri successi, ndr). È evidente, infatti, che la persona umile e pia, conoscendo che nessuna cosa buona può riuscire dall'anima senza l'aiuto e la protezione di Dio, non cessa di pregare Dio ininterrottamente perché le faccia misericordia. E chi prega Dio continuamente, se è fatto degno di riuscire bene in qualche cosa, sa bene donde ne ha avuto la capacità e non può inorgoglirsi né ascriverlo alla propria abilità, ma ascrive a Dio ogni successo e a lui rende sempre grazie e sempre lo invoca, tremando di decadere da un tale aiuto, e che si manifesti la sua debolezza e la sua impotenza. E cosí grazie all'umiltà, prega, e grazie alla preghiera si umilia, e quanto piú riesce, sempre piú si umilia, e quanto più si umilia, più riceve aiuto e avanza per la sua umiltà".

Doroteo di Gaza, Insegnamenti spirituali, 38.



sabato 15 marzo 2025

Il mio primo giorno di scuola.



Importerà con ogni probabilità a pochi ma sono contento di raccontarlo. L'altra mattina sono ripassato, come mi accade di fare abbastanza spesso quando passeggio, davanti alla mia vecchia scuola elementare. Le ho scattato una foto e allora mi è venuta voglia di scrivere di questa circostanza.

Fu il primo ottobre 1971. Non ricordo sinceramente se quella mattina ci fosse il sole o meno, sembrerà strano ma l'ho dimenticato. È un po' come se il prima fosse assente e che di botta io mi sia ritrovato in braccio a mio padre nel cortile della mia scuola elementare ad ascoltare quale sarebbe stata la mia classe e il mio o la mia insegnante. È strano questo vuoto, anche perché ho ricordi di molto antecedenti al primo giorno di scuola, però è così. Di botto mi ritrovai catapultato verso la scuola senza tanto rendermene conto. Mi ricordo che giorni prima andammo a comprare la cartella, che portavo a spalla; oggi non si usano più: i bambini vanno a scuola come sherpa nepalesi con zainetti carichi di libri come fossero provviste e salmerie insostituibili, noi andavamo con il piccolo sussidiario (forse si chiamava Paese), l'ancor più sottile libro di lettura, due quaderni due, uno a righe e uno a quadretti, l'astuccio con cui feci cinque anni di scuola, dentro i pastelli, una matita, una gomma un temperino. Stop. Non mi pare che non abbiamo avuto storia, opportunità, cultura, scoperte, luce e fantasia.

Non facemmo nessuna foto, per lo meno non mi sembra di averla in casa. In famiglia c'era una moderata per non dire quasi nulla tendenza a solennizzare traguardi, feste, circostanze. Ricordo solo un po' di trasporto al momento in cui acquistammo il necessario.

Quella fu una falsa partenza: mio padre ed io ci recammo a scuola, forse in macchina, entrammo nel cortile dove ho un vago ricordo si trovassero tanti babbi, tante mamme e tanti bimbi, tutti nel loro grembiulino e col fiocco, rispettivamente nero e blu per i maschietti e bianco e rosa per le femminucce. Babbo mi prese in braccio per farmi vedere più lontano. Non so se sperava che io ascoltassi con lui il personaggio (forse era il direttore) che leggeva i nomi dei vari bambini classe per classe, maestro per maestro, sta di fatto che io mi resi conto di ben poco. Capimmo che avremmo dovuto tornare nel pomeriggio perché io sarei andato in una delle classi che avrebbero iniziato la scuola nel pomeriggio. Sì, perché noi facevamo doppi turni; eravamo talmente tanti che dovevamo usare la scuola tutto il giorno, tanti la mattina e tanti il pomeriggio, a mesi alterni. Infatti fino alla quarta elementare (quando ci spostarono in un altro plesso, vicinissimo a casa mia; oggi ospita la palestra di Fausto e Luigi Giorgini) per me la scuola ad ottobre fu sempre il pomeriggio, novembre la mattina e così via. Eravamo davvero centinaia e centinaia di bambini nella mia città, noi del 1965: l'anno 1964 fu quello in cui nacquero più bambini in Italia, il nostro quello immediatamente successivo anche in classifica. 

Dunque tornammo a casa per il falso allarme. Ricordo un minimo di stupore nel viso di mamma; passai la mattina un po' sospeso, toltomi il grembiulino da "remigino" (si diceva così ai bimbi che avrebbero frequentato la prima elementare), forse giocai, feci pranzo e tornai nel pomeriggio a scuola piuttosto trepidante. Erano le due e mezza circa. Mi ricordo la luce del pomeriggio e la classe che mi sembrava enorme, tutta tappezzata di quelli che scoprii erano i cartelli con le lettere ed un disegnino con qualcosa il cui nome cominciasse con quella lettera: la a di ape, la b di birillo, la i di imbuto, la z di zappa... C'era anche una presenza materna, quella della mia maestra che si chiamava Anna Traini, una signora sorridente ed affettuosa. Eravamo tutti maschietti, ed in mezzo a loro trovai un mio amichetto vicino di casa con cui i miei genitori mi avevano fatto familiarizzare poco tempo prima, Marino Palanca. Mi pare che ci misero di banco insieme, ne fui contento, fu una presenza rassicurante. Siamo rimasti sempre amici.

La scuola era ed è intitolata a Benedetto Caselli, un sambenedettese che perse la vita durante la I Guerra Mondiale. Qui ne trovate la storia. È strano ma oggi tutti chiamano quella scuola "le Moretti", perché sono in via Gino Moretti. Io però ricordo bene l'altro nome e la storia di quest'uomo.

Ci sarebbe altro da raccontare, per ora mi fermo qui.

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Aggiornamento del 22 giugno 2025:

Felice è colui che ama ancora ciò che amava all'asilo: non è stato spezzato in due dal tempo; non sono due uomini, ma uno solo, ed ha salvato non solo la sua anima ma la sua vita.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 26 Settembre 1908.

domenica 2 marzo 2025

Frammenti della mia filosofia - 78 - Chesterton, infanzia, una sorta di luce bianca su tutto.

Devo cercare di spiegare in qualche modo che cosa intendo dire quando dico che la mia infanzia è stata di tipo, o qualità, del tutto diversa dal resto della mia esistenza, immeritatamente piacevole e gioiosa.

Di questa qualità positiva l'attributo più generale era la chiarezza. È qui che differisco, per esempio, da Stevenson, che pure ammiro vivamente, e che parla del bambino come se si muovesse con la testa tra le nuvole. Egli parla del bambino come se fosse normalmente in un sogno ad occhi aperti, in cui non riesce a distinguere la fantasia dai fatti. Ora, bambini e adulti sono entrambi fantasiosi a volte; ma non è questo che, nella mia mente e nella mia memoria, distingue gli adulti dai bambini. Il mio è un ricordo di una sorta di luce bianca su tutto, che ritagliava le cose in modo molto chiaro e ne sottolineava piuttosto la solidità. Il punto è che la luce bianca aveva una sorta di meraviglia, come se il mondo fosse nuovo come me; ma non che il mondo fosse altro che un mondo reale.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia (mia traduzione)



Inno alla carità di San Paolo.



Il ritratto di Sa Paolo più antico noto ad oggi,
Catacombe di Santa Tecla, Roma.



Si linguis hominum loquar, et angelorum, caritatem autem non habeam, factus sum velut aes sonans, aut cymbalum tinniens. Et si habuero prophetiam, et noverim mysteria omnia, et omnem scientiam: et si habuero omnem fidem ita ut montes transferam, caritatem autem non habuero, nihil sum. Et si distribuero in cibos pauperum omnes facultates meas, et si tradidero corpus meum ita ut ardeam, caritatem autem non habuero, nihil mihi prodest. Caritas patiens est, benigna est. Caritas non aemulatur, non agit perperam, non inflatur, non est ambitiosa, non quaerit quae sua sunt, non irritatur, non cogitat malum, non gaudet super iniquitate, congaudet autem veritati: omnia suffert, omnia credit, omnia sperat, omnia sustinet. Caritas numquam excidit: sive prophetiae evacuabuntur, sive linguae cessabunt, sive scientia destruetur. Ex parte enim cognoscimus, et ex parte prophetamus. Cum autem venerit quod perfectum est, evacuabitur quod ex parte est. Cum essem parvulus, loquebar ut parvulus, cogitabam ut parvulus. Quando autem factus sum vir, evacuavi quae erant parvuli. Videmus nunc per speculum in aenigmate: tunc autem facie ad faciem. Nunc cognosco ex parte: tunc autem cognoscam sicut et cognitus sum. Nunc autem manent fides, spes, caritas, tria haec : major autem horum est caritas.


beatus Paulus Apostolus ad Corinthios (1 Cor 13, 1-13)


Se io parlassi le lingue degli uomini e degli àngeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cémbalo che tintinna. E se avessi la profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e se avessi tutta la fede così da spostare le montagne: se non ho la carità sono un niente. E se distribuissi in nutrimento per i poveri tutti i miei possessi e dessi il mio corpo per essere bruciato: se non ho la carità niente mi giova. La carità è paziente, è benigna. La carità non è astiosa, non è insolente, non si gonfia, non è ambiziosa, non cerca il proprio interesse, non si adira, non pensa male, non gode dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità: tutto soffre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non viene mai meno: mentre invece le profezie passeranno, le lingue cesseranno e la scienza sarà abolita. Adesso conosciamo imperfettamente e profetiamo imperfettamente. Quando verrà ciò che è perfetto, verrà rimosso ciò che è imperfetto. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, avevo gusti da bambino, pensavo da bambino. Divenuto uomo, ho smesso le cose che erano dei bambini. Adesso vediamo come in uno specchio, per enigma: ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto: allora conoscerò come sono conosciuto. Per ora restano queste tre cose: la fede, la speranza e la carità, ma la più grande è la carità.


If I speak with the tongues of men, and of angels, and have not charity, I am become as sounding brass, or a tinkling cymbal. And if I should have prophecy and should know all mysteries, and all knowledge, and if I should have all faith, so that I could remove mountains, and have not charity, I am nothing. And if I should distribute all my goods to feed the poor, and if I should deliver my body to be burned, and have not charity, it profiteth me nothing. Charity is patient, is kind: charity envieth not, dealeth not perversely; is not puffed up; Is not ambitious, seeketh not her own, is not provoked to anger, thinketh no evil; Rejoiceth not in iniquity, but rejoiceth with the truth; Beareth all things, believeth all things, hopeth all things, endureth all things. Charity never falleth away: whether prophecies shall be made void, or tongues shall cease, or knowledge shall be destroyed. For we know in part, and we prophesy in part. But when that which is perfect is come, that which is in part shall be done away. When I was a child, I spoke as a child, I understood as a child, I thought as a child. But, when I became a man, I put away the things of a child. We see now through a glass in a dark manner; but then face to face. Now I know in part; but then I shall know even as I am known. And now there remain faith, hope, and charity, these three: but the greatest of these is charity.


lunedì 17 febbraio 2025

Cosa diceva di sé John Ronald Reuel Tolkien.

Sono un Hobbit in tutto e per tutto, tranne che per le dimensioni. Mi piacciono i giardini, gli alberi e i terreni agricoli non meccanizzati; fumo la pipa e mi piace il buon cibo semplice (non refrigerato), ma detesto la cucina francese; mi piacciono, e oso persino indossare in questi giorni noiosi, i gilet ornamentali. Sono appassionato di funghi (di campo); ho un senso dell'umorismo molto semplice (che persino i miei critici apprezzabili trovano stancante); vado a letto tardi e mi alzo tardi (quando possibile). Non viaggio molto.

J. R. R. Tolkien Lettera a Deborah Webster, 25 ottobre 1958



sabato 15 febbraio 2025

lunedì 27 gennaio 2025

Frammenti della mia filosofia - 76 - La pluralità di ordinamenti.


Lo storico (del diritto, ndr), memore e consapevole della varietà delle esperienze trascorse, ha il diritto e il dovere sacrosanti di ricordare a ogni giurista che un simile assetto, anche se è quello che ci circonda e che pertanto può apparire naturale e immutabile, costituisce soltanto il frutto d'un modo recentissimo e peculiarissimo d'intendere il diritto, e che non è lecito immobilizzarlo in una sorta di modello. La storia, al contrario, soprattutto quella meno recente, ci propone esempi di organizzazione giuridica risolta all'insegna della più ampia e rigorosa pluralità di ordinamenti, con un recupero della produzione giuridica alla pluralità delle forze dell'esperienza e con il risultato d'una costruzione del diritto forse incerta, forse alluvionale, forse informe, ma straordinariamente congeniale alle istanze reali di quelle forze, con un meccanismo di fonti non soffocato nella sola forma legislativa ma aperto in una articolazione giurisprudenziale, dottrinale e soprattutto consuetudinaria.


Paolo Grossi, L'ordine giuridico medievale.




domenica 26 gennaio 2025

Frammenti della mia filosofia - 75 - San John Henry Newman, Difficoltà e dubbi.

Diecimila difficoltà non fanno un solo dubbio.

San John Henry Newman, Apologia pro vita sua.


San John Henry Newman


venerdì 24 gennaio 2025

Frammenti della mia filosofia - 74 - Chesterton, libertà e giustizia e rivoluzione eterna.

Un uomo onesto si innamora di una donna onesta; desidera quindi sposarla, essere il padre dei suoi figli, garantire lei e se stesso. Tutti i sistemi di governo dovrebbero essere messi alla prova per verificare se l'uomo è in grado di fare questo. Se un sistema feudale, servile o barbarico gli offre un campo di cavoli così grande da permettergli di farlo, c'è l'essenza della libertà e della giustizia. Se un sistema - repubblicano, mercantile o eugenista - gli dà un salario così piccolo che non può farlo, c'è l'essenza dell'eterna tirannia e della vergogna.


Gilbert Keith Chesterton, The Illustrated London News, 25 marzo 1911.



Frammenti della mia filosofia - 73 - Gilbert Keith Chesterton, voglio fare sul suo esempio un deposito di tramonti nella mia testa.


La purificazione e l'austerità sono ancora più necessarie per apprezzare la vita e il riso che per qualsiasi altra cosa. Per non lasciar passare inosservato nessun uccello, per incantare pazientemente i sassi e le erbacce, per fare della mente un deposito di tramonti, occorre una disciplina del piacere e un'educazione alla gratitudine.

Gilbert Keith Chesterton, Twelve Types.

giovedì 2 gennaio 2025

Frammenti della mia filosofia - 72 - Chesterton, la famiglia è un piccolo regno che ricorda l'anarchia.

Naturalmente, la famiglia è una buona istituzione perché non è affatto congeniale ai suoi membri. È sana precisamente perché contiene così tante divergenze e diversità. Come dicono i sentimentali, è un piccolo regno e, come quasi tutti gli altri piccoli regni, in generale è in una condizione che ricorda l’anarchia. È proprio perché nostro fratello George non è interessato a i nostri problemi religiosi, ma al Trocadero Restaurant, che la famiglia ha alcune delle caratteristiche tonificanti della comunità. E proprio perché nostro zio Henry non approva le ambizioni teatrali di nostra sorella Sarah che la famiglia è come l’umanità; gli uomini e le donne che, per buone e cattive ragioni, si ribellano contro la famiglia, si stanno semplicemente ribellando, per buone e cattive ragioni, contro il genere umano. La zia Elizabeth è irragionevole, come il genere umano. Papà è eccitabile, come il genere umano. Il nostro fratello minore è maligno, come il genere umano. Il nonno è stupido, come il mondo; è vecchio, come il mondo.

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.