giovedì 26 giugno 2025
Dizionario della mia lingua, il sambenedettese - 7 - Interessante termine liturgico.
mercoledì 25 giugno 2025
Frammenti della mia filosofia - 85 - Tolkien, dove si trova il coraggio.
Il coraggio si trova in posti insospettabili.
martedì 24 giugno 2025
Frammenti della mia filosofia - 84 - Tolkien: "... Non la piccolezza e l'umiltà universali, ma la grandezza e l'orgoglio universali...".
lunedì 23 giugno 2025
Frammenti della mia filosofia - 83 - Tolkien, "Arresterei chiunque usi la parola Stato...".
domenica 22 giugno 2025
Dizionario della mia lingua, il sambenedettese - 6 - Domattina.
Dëmaténë cioè domattina, domani mattina.
Ma la cosa in sé non ha niente di speciale se non che mia mamma e tutto il parentado sambenedettese non si limitava a dire "dëmaténë" ma solo apparentemente rafforzava il concetto dicendo "dëmaténë a maténë", con ciò svelando che in realtà "dëmaténë" significasse semplicemente "domani"...
🤷🏽♂️
Frammenti della mia filosofia - 82 - Chesterton, la famiglia viene prima della legge e dello stato.
Si può dire che l'istituzione della casa è l'unica istituzione anarchica. Vale a dire, è più antica della legge e si trova al di fuori dello Stato. Per sua natura è rinnovata o corrotta dalle forze indefinibili della consuetudine o dei rapporti di parentela. Questo non significa che lo Stato non abbia alcuna autorità sulle famiglie; l'autorità dello Stato è invocata e dovrebbe essere invocata in molti casi anomali. Ma nella maggior parte dei casi normali di gioie e dolori familiari, lo Stato non ha modo di entrare. Non è tanto che la legge non debba interferire, quanto che non possa farlo. Come ci sono campi troppo lontani per la legge, così ci sono campi troppo vicini; come un uomo può vedere il Polo Nord prima di vedere la propria spina dorsale. Le questioni piccole e vicine sfuggono al controllo almeno quanto quelle vaste e lontane; e i dolori e i piaceri reali della famiglia ne sono un esempio lampante. Se un bambino piange per la luna, il poliziotto non può procurargliela, ma non può nemmeno fermare il bambino. Creature così vicine l'una all'altra come marito e moglie, o una madre e i figli, hanno il potere di rendersi felici o infelici l'un l'altro che nessuna coercizione pubblica può affrontare. Se un matrimonio potesse essere sciolto ogni mattina, non restituirebbe il riposo notturno a un uomo tenuto sveglio da una ramanzina; e a cosa serve dare molto potere a un uomo che vuole solo un po' di pace? Il bambino deve dipendere dalla madre più imperfetta; la madre può essere devota ai figli più indegni; in questi rapporti le vendette legali sono vane. Anche nei casi anormali in cui la legge può operare, si riscontra costantemente questa difficoltà, come sanno molti magistrati sconcertati. Deve salvare i bambini dalla fame togliendo loro la persona che porta il pane in famiglia. E spesso deve spezzare il cuore di una moglie perché il marito le ha già rotto la testa. Lo Stato non dispone di uno strumento abbastanza delicato per sradicare le abitudini radicate e gli affetti intricati della famiglia; i due sessi, felici o infelici che siano, sono incollati troppo strettamente perché si possa infilare tra loro la lama di un coltellino legale. L'uomo e la donna sono una sola carne - sì, anche quando non sono un solo spirito. L'uomo è un quadrupede.
mercoledì 18 giugno 2025
Tutta la mia stima a papa Sisto V.
martedì 10 giugno 2025
Sarò contento di incontrare tutti i miei più cari "personaggi"...
lunedì 2 giugno 2025
Frammenti della mia filosofia - 81 - Chesterton: "La moralità è cominciata dicendo: 'non dobbiamo batterci nel luogo sacro'".
mercoledì 28 maggio 2025
A Nigthingale Sang in Berkeley Square, ancora una volta.
Vi ripropongo questa bella canzone interpretata dai Manhattan Transfer. Sotto ci sono le parole.
Rappresenta tante cose belle e pulite, "i buoni sentimenti" di cui spesso parlava mia moglie. Tutte cose già dette e ridette, ma proprio oggi ho voglia di riproporla.
Anche oggi, così, per gusto.
A me piace sempre.
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That certain night, the night we met
There was magic abroad in the air
There were angels dining at the Ritz
And a nightingale sang in Berkeley Square
But I'm perfectly willing to swear
That when you turned and smiled at me
A nightingale sang in Berkeley Square
Poor puzzled moon, he wore a frown
How could he know we two were so in love
The whole darned world seemed upside down
It was such a romantic affair
And as we kissed and said good night
A nightingale sang in Berkley Square.
sabato 24 maggio 2025
sabato 17 maggio 2025
venerdì 16 maggio 2025
mercoledì 7 maggio 2025
giovedì 1 maggio 2025
Un passo fuori moda della Bibbia ma non cancellato.
È un altro modo di pensare, che ha funzionato sempre. Non funziona da quando il mondo è stato messo in subbuglio.
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Mulieres viris suis subditæ sint, sicut Domino: quoniam vir caput est mulieris, sicut Christus caput est Ecclesiæ: ipse, salvator corporis ejus. Sed sicut Ecclesia subjecta est Christo, ita et mulieres viris suis in omnibus. Viri, diligite uxores vestras, sicut et Christus dilexit Ecclesiam, et seipsum tradidit pro ea, ut illam sanctificaret, mundans lavacro aquæ in verbo vitæ, ut exhiberet ipse sibi gloriosam Ecclesiam, non habentem maculam, aut rugam, aut aliquid hujusmodi, sed ut sit sancta et immaculata. Ita et viri debent diligere uxores suas ut corpora sua. Qui suam uxorem diligit, seipsum diligit. Nemo enim umquam carnem suam odio habuit: sed nutrit et fovet eam, sicut et Christus Ecclesiam: quia membra sumus corporis ejus, de carne ejus et de ossibus ejus. Propter hoc relinquet homo patrem et matrem suam, et adhaerebit uxori suae, et erunt duo in carne una. Sacramentum hoc magnum est, ego autem dico in Christo et in Ecclesia. Verumtamen et vos singuli, unusquisque uxorem suam sicut seipsum diligat: uxor autem timeat virum suum.
(ad Ephesios 5,22-28)
Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.
(Efesini 5, 22 - 33)
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Gilbert Keith Chesterton e sua moglie Frances Blogg |
domenica 27 aprile 2025
Hilaire Belloc tesse le lodi della poesia Lepanto di Chesterton alla sua maniera...
Quello viene da Lepanto, ed è un suono di tromba! Ma in effetti tutta quella poesia, Lepanto, non è solo il culmine del successo di Chesterton in versi, ma il culmine dei versi retorici più alti di tutta la nostra generazione. L'ho detto così spesso che sono quasi stanco di ripeterlo, ma devo continuare a dirlo. Coloro che non vedono il valore di Lepanto sono mezzi morti. Che rimangano così.
Hilaire Belloc, On the place of Gilbert Keith Chesterton in English Literature.
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Ecco Belloc in piedi al centro a Brighton per una conferenza, sempre carico, sempre incacchiato come una biscia (fatemelo dire come lo so)... |
sabato 26 aprile 2025
Mi fisso - L'uomo, la più terribile delle bestie...
Un bel ricordo dell'infanzia. Musica bella.
venerdì 25 aprile 2025
Frammenti della mia filosofia - 80 - Chesterton, l'umiltà come arte lussuosa di ridursi a un punto.
L'umiltà è l'arte lussuosa di ridursi a un punto, non a una cosa piccola o grande, ma a una cosa che non ha alcuna dimensione, in modo che per essa tutte le cose cosmiche siano ciò che sono realmente, di una statura incommensurabile.
Gilbert Keith Chesterton, L'imputato.
domenica 20 aprile 2025
Frammenti della mia filosofia - 79 - Chesterton, ritualista: indossare il cuore sulla manica.
Il ritualismo attirerà sempre gran parte dell'umanità sana, semplicemente perché il ritualismo è indossare il cuore sulla manica (1), una pratica eccellente. Dice in sostanza: "Indossate il vostro cuore sulla manica; portatelo blasonato in cremisi e ricamato in oro. Scatenatevi in canti e colori come fanno gli innamorati. Lasciate che gli altri fingano una delicatezza disumana e un silenzio piuttosto sofisticato. Gridiamo come fanno i bambini quando hanno trovato davvero qualcosa. Facciamo suonare trombe e accendiamo candele davanti alla cosa che abbiamo, per dimostrare almeno che l'abbiamo. E che mantengano un silenzio decoroso e un comportamento moderato, che alzino un muro di pietra e stendano un velo di mistero su qualcosa che non hanno affatto".
Gilbert Keith Chesterton, The Illustrated London News, 28 luglio 1906.
(1) "Indossare il vostro cuore sulla manica" (to wear your heart on your sleeve) è un modo di dire della lingua inglese che indica il mostrare apertamente i propri sentimenti.
venerdì 11 aprile 2025
Oggi ho ritrovato un pensiero che scrissi qualche anno fa...
«Oggi 18 settembre 2020 sono tornato al Tribunale di Teramo. Ho rivisto alcuni colleghi che mi hanno accolto con molto affetto, in particolare F. T. e P. S.. Mi sono fermato a parlare con loro e, anche se la pensano diversamente da me, ho piacere di incontrarli visto che sono sempre gentili con me. Ho incontrato anche l’addetto alla stenotipia (...) che mi ha salutato e mi ha detto lieto: “Ho piacere di rivederti, Avvocato!“ E io gli ho risposto: "anch’io!" Sono state cose che mi hanno fatto molto piacere.
Oggi all’uscita dell’autostrada di ritorno da Teramo mi sono ricordato che qui vicino c’è Contrada Isola, un pezzo di terreno abruzzese rimasto attaccato alla sponda marchigiana del Tronto a seguito di un’opera che regolò il corso del fiume ai primi del ‘900; oggi è ancora un pezzo di Abruzzo di là dal Tronto, una sorta di exclave abruzzese nelle Marche. Dal punto di vista amministrativo è un pezzo del comune di Colonnella ma ha il prefisso telefonico di San Benedetto del Tronto, come pure da lì parte il postino... Ricordo che ci ero venuto con R. (...) quando dovevamo fondare la Scuola (...). Allora andammo in giro io e R. con la sua Vespa a cercare gli esatti confini tra le due regioni e a vedere se c’era un posticino per noi, poi lasciammo perdere. Però è molto divertente».
giovedì 20 marzo 2025
Doroteo di Gaza: l’essere al di sotto di tutti e il pregare sempre si oppongono alla superbia.
sabato 15 marzo 2025
Il mio primo giorno di scuola.
Importerà con ogni probabilità a pochi ma sono contento di raccontarlo. L'altra mattina sono ripassato, come mi accade di fare abbastanza spesso quando passeggio, davanti alla mia vecchia scuola elementare. Le ho scattato una foto e allora mi è venuta voglia di scrivere di questa circostanza.
Fu il primo ottobre 1971. Non ricordo sinceramente se quella mattina ci fosse il sole o meno, sembrerà strano ma l'ho dimenticato. È un po' come se il prima fosse assente e che di botta io mi sia ritrovato in braccio a mio padre nel cortile della mia scuola elementare ad ascoltare quale sarebbe stata la mia classe e il mio o la mia insegnante. È strano questo vuoto, anche perché ho ricordi di molto antecedenti al primo giorno di scuola, però è così. Di botto mi ritrovai catapultato verso la scuola senza tanto rendermene conto. Mi ricordo che giorni prima andammo a comprare la cartella, che portavo a spalla; oggi non si usano più: i bambini vanno a scuola come sherpa nepalesi con zainetti carichi di libri come fossero provviste e salmerie insostituibili, noi andavamo con il piccolo sussidiario (forse si chiamava Paese), l'ancor più sottile libro di lettura, due quaderni due, uno a righe e uno a quadretti, l'astuccio con cui feci cinque anni di scuola, dentro i pastelli, una matita, una gomma un temperino. Stop. Non mi pare che non abbiamo avuto storia, opportunità, cultura, scoperte, luce e fantasia.
Non facemmo nessuna foto, per lo meno non mi sembra di averla in casa. In famiglia c'era una moderata per non dire quasi nulla tendenza a solennizzare traguardi, feste, circostanze. Ricordo solo un po' di trasporto al momento in cui acquistammo il necessario.
Quella fu una falsa partenza: mio padre ed io ci recammo a scuola, forse in macchina, entrammo nel cortile dove ho un vago ricordo si trovassero tanti babbi, tante mamme e tanti bimbi, tutti nel loro grembiulino e col fiocco, rispettivamente nero e blu per i maschietti e bianco e rosa per le femminucce. Babbo mi prese in braccio per farmi vedere più lontano. Non so se sperava che io ascoltassi con lui il personaggio (forse era il direttore) che leggeva i nomi dei vari bambini classe per classe, maestro per maestro, sta di fatto che io mi resi conto di ben poco. Capimmo che avremmo dovuto tornare nel pomeriggio perché io sarei andato in una delle classi che avrebbero iniziato la scuola nel pomeriggio. Sì, perché noi facevamo doppi turni; eravamo talmente tanti che dovevamo usare la scuola tutto il giorno, tanti la mattina e tanti il pomeriggio, a mesi alterni. Infatti fino alla quarta elementare (quando ci spostarono in un altro plesso, vicinissimo a casa mia; oggi ospita la palestra di Fausto e Luigi Giorgini) per me la scuola ad ottobre fu sempre il pomeriggio, novembre la mattina e così via. Eravamo davvero centinaia e centinaia di bambini nella mia città, noi del 1965: l'anno 1964 fu quello in cui nacquero più bambini in Italia, il nostro quello immediatamente successivo anche in classifica.
Dunque tornammo a casa per il falso allarme. Ricordo un minimo di stupore nel viso di mamma; passai la mattina un po' sospeso, toltomi il grembiulino da "remigino" (si diceva così ai bimbi che avrebbero frequentato la prima elementare), forse giocai, feci pranzo e tornai nel pomeriggio a scuola piuttosto trepidante. Erano le due e mezza circa. Mi ricordo la luce del pomeriggio e la classe che mi sembrava enorme, tutta tappezzata di quelli che scoprii erano i cartelli con le lettere ed un disegnino con qualcosa il cui nome cominciasse con quella lettera: la a di ape, la b di birillo, la i di imbuto, la z di zappa... C'era anche una presenza materna, quella della mia maestra che si chiamava Anna Traini, una signora sorridente ed affettuosa. Eravamo tutti maschietti, ed in mezzo a loro trovai un mio amichetto vicino di casa con cui i miei genitori mi avevano fatto familiarizzare poco tempo prima, Marino Palanca. Mi pare che ci misero di banco insieme, ne fui contento, fu una presenza rassicurante. Siamo rimasti sempre amici.
La scuola era ed è intitolata a Benedetto Caselli, un sambenedettese che perse la vita durante la I Guerra Mondiale. Qui ne trovate la storia. È strano ma oggi tutti chiamano quella scuola "le Moretti", perché sono in via Gino Moretti. Io però ricordo bene l'altro nome e la storia di quest'uomo.
Ci sarebbe altro da raccontare, per ora mi fermo qui.
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Aggiornamento del 22 giugno 2025:
domenica 2 marzo 2025
Frammenti della mia filosofia - 78 - Chesterton, infanzia, una sorta di luce bianca su tutto.
Devo cercare di spiegare in qualche modo che cosa intendo dire quando dico che la mia infanzia è stata di tipo, o qualità, del tutto diversa dal resto della mia esistenza, immeritatamente piacevole e gioiosa.
Di questa qualità positiva l'attributo più generale era la chiarezza. È qui che differisco, per esempio, da Stevenson, che pure ammiro vivamente, e che parla del bambino come se si muovesse con la testa tra le nuvole. Egli parla del bambino come se fosse normalmente in un sogno ad occhi aperti, in cui non riesce a distinguere la fantasia dai fatti. Ora, bambini e adulti sono entrambi fantasiosi a volte; ma non è questo che, nella mia mente e nella mia memoria, distingue gli adulti dai bambini. Il mio è un ricordo di una sorta di luce bianca su tutto, che ritagliava le cose in modo molto chiaro e ne sottolineava piuttosto la solidità. Il punto è che la luce bianca aveva una sorta di meraviglia, come se il mondo fosse nuovo come me; ma non che il mondo fosse altro che un mondo reale.
Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia (mia traduzione)
Inno alla carità di San Paolo.
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Il ritratto di Sa Paolo più antico noto ad oggi, Catacombe di Santa Tecla, Roma. |
sabato 1 marzo 2025
lunedì 17 febbraio 2025
Cosa diceva di sé John Ronald Reuel Tolkien.
sabato 15 febbraio 2025
Frammenti della mia filosofia - 77 - Repetita iuvant, soprattutto se ripetute da San Tommaso d'Aquino che ripete il Digesto di Giustiniano che ripete Celso...
Dicit enim Celsus iurisconsultus [Dig. 1,1,1] quod ius est ars boni et aequi.
Summa Th., II - II, q. 57, a. 1.
lunedì 27 gennaio 2025
Frammenti della mia filosofia - 76 - La pluralità di ordinamenti.
Lo storico (del diritto, ndr), memore e consapevole della varietà delle esperienze trascorse, ha il diritto e il dovere sacrosanti di ricordare a ogni giurista che un simile assetto, anche se è quello che ci circonda e che pertanto può apparire naturale e immutabile, costituisce soltanto il frutto d'un modo recentissimo e peculiarissimo d'intendere il diritto, e che non è lecito immobilizzarlo in una sorta di modello. La storia, al contrario, soprattutto quella meno recente, ci propone esempi di organizzazione giuridica risolta all'insegna della più ampia e rigorosa pluralità di ordinamenti, con un recupero della produzione giuridica alla pluralità delle forze dell'esperienza e con il risultato d'una costruzione del diritto forse incerta, forse alluvionale, forse informe, ma straordinariamente congeniale alle istanze reali di quelle forze, con un meccanismo di fonti non soffocato nella sola forma legislativa ma aperto in una articolazione giurisprudenziale, dottrinale e soprattutto consuetudinaria.
Paolo Grossi, L'ordine giuridico medievale.
domenica 26 gennaio 2025
Frammenti della mia filosofia - 75 - San John Henry Newman, Difficoltà e dubbi.
Diecimila difficoltà non fanno un solo dubbio.
San John Henry Newman, Apologia pro vita sua.
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San John Henry Newman |
venerdì 24 gennaio 2025
Frammenti della mia filosofia - 74 - Chesterton, libertà e giustizia e rivoluzione eterna.
Un uomo onesto si innamora di una donna onesta; desidera quindi sposarla, essere il padre dei suoi figli, garantire lei e se stesso. Tutti i sistemi di governo dovrebbero essere messi alla prova per verificare se l'uomo è in grado di fare questo. Se un sistema feudale, servile o barbarico gli offre un campo di cavoli così grande da permettergli di farlo, c'è l'essenza della libertà e della giustizia. Se un sistema - repubblicano, mercantile o eugenista - gli dà un salario così piccolo che non può farlo, c'è l'essenza dell'eterna tirannia e della vergogna.
Frammenti della mia filosofia - 73 - Gilbert Keith Chesterton, voglio fare sul suo esempio un deposito di tramonti nella mia testa.
Gilbert Keith Chesterton, Twelve Types.
giovedì 2 gennaio 2025
Frammenti della mia filosofia - 72 - Chesterton, la famiglia è un piccolo regno che ricorda l'anarchia.
Gilbert Keith Chesterton, Eretici.