mercoledì 31 ottobre 2007

Monsignor Pierre Bürcher, nuovo Vescovo di Reykjavik (Islanda)

Una singolare notizia.
L'Islanda è una di quelle terre che mi attira, non so perché.
Ci sono 5000 cattolici, da quelle parti, e il cristianesimo arrivò grazie ai monaci irlandesi.
Bello.

REYKJAVIK, martedì, 30 ottobre 2007 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha nominato Vescovo di Reykjavik (Islanda) monsignor Pierre Bürcher, finora Vescovo titolare di Massimiana di Bizacena e ausiliare di Losanna, Ginevra e Friburgo (Svizzera).
Sostituisce nell’incarico monsignor Joannes Baptist Matthijs Gijsen, che ha presentato la rinuncia al governo pastorale in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.
Monsignor Bürcher è nato a Fiesch (diocesi di Sion, Svizzera) il 20 dicembre 1945. Ha svolto i suoi studi teologici nel Seminario maggiore della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo, concludendoli con la licenza in Teologia all’Università di Friburgo.
E’ stato ordinato sacerdote il 27 marzo 1971 per la diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo. Dal 1971 al 1977 è stato vicario nella parrocchia St-Nicolas di Friburgo, dal 1977 al 1979 vicario delle parrocchie di St-André e St-Amédée a Losanna e dal 1979 al 1980 della parrocchia del Sacro Cuore nella stessa città.
Nel 1980 è stato nominato parroco a Vevey e nel 1984 decano. Dal 1989 al 1990 ha completato la sua formazione a Parigi presso "l’Institut de formation des éducateurs du clergé" (IFEC), in preparazione all’ufficio di Rettore del Seminario maggiore della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo, incarico che ha ricoperto dal 1990 al 1994.
Il 3 febbraio 1994 è stato eletto Vescovo titolare di Massimiana di Bizacena e ausiliare di Losanna, Ginevra e Friburgo. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 12 marzo 1994.
Membro della Congregazione per le Chiese Orientali, è anche Presidente della Catholica Unio . Nella Conferenza Episcopale Svizzera è responsabile della Sezione "Dialogo inter-religioso" e Presidente del gruppo di lavoro "Islam".
Monsignor Bürcher ha detto di essere rimasto sorpreso dal suo nuovo incarico. « Sapevo che si stava preparando qualcosa, ma non mi sarei mai aspettato questa nomina », ha detto.
« E’ nella fiducia e nell’abbandono a Cristo Buon Pastore che l’accolgo. Sono felice e pienamente sereno ».
Quanto al motivo per cui uno svizzero è stato nominato Vescovo in Islanda, il presule ha spiegato che « la maggior parte dei Paesi scandinavi (Danimarca, Finlandia, Islanda e Svezia) costituisce una sola diocesi cattolica e i fedeli sono fondamentalmente immigrati ».
« Non ci sono che pochi sacerdoti locali, ed è per questo che i Vescovi provengono da altri Paesi europei ».
« La missione della Chiesa non si ferma alle frontiere di una diocesi – ha affermato monsignor Bürcher –. Il nostro ministero episcopale ci chiama ad avere, come ha detto l’Apostolo delle genti San Paolo, ‘la preoccupazione per tutte le Chiese’ (2 Cor 11, 26-28) ».
« Sono molto felice di scoprire la Chiesa in Islanda e nei Paesi scandinavi. Pastore di tutti, sarò un Vescovo immigrato tra gli immigrati », ha affermato.
Il presule si insedierà nella diocesi di Reykjavik il mese prossimo, anche se la data precisa non è ancora stata stabilita. « Da qualche giorno ho iniziato a studiare l’islandese », ha rivelato.
Ai suoi futuri fedeli, monsignor Bürcher vuole dire che « Dio li ama infinitamente. Anch’io mi impegno ad amarli e a servirli come loro Pastore. Per questo, per prima cosa mi prenderò del tempo per conoscerli con le loro gioie e le loro speranze, la loro tristezza e le loro angosce. Vivere un ministero di vicinanza sarà uno dei miei obiettivi in Islanda ».
«E’ una nuova sfida che mi rallegra », ha confessato.
« Miriamo insieme alla santità ! », ha concluso. « Vi invito a pregare perché io sia per voi un Pastore secondo il cuore di Dio ».

lunedì 15 ottobre 2007

Io non credo nello sport.

Fantastico il mio amico catalano ormai italiano Teudis Plaza (ormai, ahilui, parla pure milaneees') che cura una rubrica su www.radioformigoni.it.
Questa settimana ha parlato di cose molto vere e belle, e anche di un mio carissimo amico.

Ascoltatelo, vale la pena.
Io intanto lo saluto e lo ringrazio tanto per la passione con cui fa tutto, che mi è di esempio. Evviva Teudis!

mercoledì 3 ottobre 2007

Elogio del maestro. Meno male!


Da un vecchio numero del settimanale Tempi (anno 2001) questo bell'articolo.
Proprio bello.

Vi auguro di poter dire altrettanto.

Il mio caro amico Gilbert colpisce ancora.

Elogio del maestro

Se avete a che fare con adolescenti, sicuramente vi sarà di aiuto leggere il capitolo III della “Autobiografia” di G. K. Chesterton.
di Tempi

Se avete a che fare con adolescenti, sicuramente vi sarà di aiuto leggere il capitolo III della “Autobiografia” di G. K. Chesterton. “Su tutto ciò che fu già il fanciullo cresce una specie di protezione spinosa, simile ai capelli, una callosità, una noncuranza, una curiosa combinazione di energia senza scopo e senza direzione e di prontezza ad accettare le convenzioni… la convenzione cioè che ciascuno di noi bastava a se stesso”. Continua G. K.: “i ragazzi tendono tutti a tre cose: ad andare in giro in tre, a non avere assolutamente scopo alcuno nell’andare in giro e, quasi senza eccezione, ad assalirsi improvvisamente e a cessar dall’attacco con la stessa subitaneità”. Ora, se noi abbiamo trovato lo scopo del nostro andare in giro, come aiuteremo i nostri figli a fare altrettanto? Anche per Chesterton è stato quello che è e sarà per tutti noi e i nostri ragazzi. “I maestri erano interessantissimi. Il mio debito personale è infinito verso uno di loro. Egli riuscì, Dio sa come, a penetrare nel mio desiderio profondo e disperatamente saldo di sembrare stupido, ed a scoprire il segreto orribile che io, dopotutto, ero dotato del dono della ragione al di sopra dei bruti”.