sabato 17 febbraio 2024
Frammenti della mia filosofia - 49 - Mai abbastanza Niente-da-fare…
sabato 10 febbraio 2024
Giornata del Ricordo 2024. Qualche pensiero.
Oggi, Giornata del Ricordo, il mio pensiero va a mio suocero Arcangelo e alla sua famiglia che fuggirono dall'Istria, e a tutti quelli che sono costretti dalle ideologie mortifere a fuggire dalla loro patria. Ne sono talmente tanti che se facessi un elenco farei di sicuro torto a qualcuno.
Per quanto mi riguarda, penso che se i cosiddetti partigiani comunisti jugoslavi e i loro compari italiani avessero fatto "meglio" il loro lavoro, la mia vita sarebbe stata molto molto diversa, ovviamente in peggio. Qualcuno dirà: ma che ne sai? Io rispondo: invece lo so. Nostro Signore mi ha fatto molti grandi doni, tra cui la mia cara moglie ed i miei cari figli.
Per cui oggi ringrazio Iddio, prego per le vittime e prego anche per i loro carnefici, prego e lavoro perché ovunque si possa instaurare il Regno di Nostro Signore Gesù Cristo, la qual cosa risolverebbe tutti i conflitti.
Una volta lo dissi ai miei amici in Terrasanta, basterebbe svegliarci cinque minuti prima degli altri... ma questa è un'altra storia, molto lunga da raccontare.
venerdì 2 febbraio 2024
Frammenti della mia filosofia - 48 - Se la fede è viva, la cultura cristiana non diventa passato.
Le cattedrali non sono monumenti medievali, ma case di vita, dove ci sentiamo "a casa": incontriamo Dio e ci incontriamo gli uni con gli altri. Neanche la grande musica – il gregoriano o Bach o Mozart – è cosa del passato, ma vive della vitalità della liturgia e della nostra fede. Se la fede è viva, la cultura cristiana non diventa "passato", ma rimane viva e presente. E se la fede è viva, anche oggi possiamo rispondere all’imperativo che si ripete sempre di nuovo nei Salmi: "Cantate al Signore un canto nuovo". Creatività, innovazione, canto nuovo, cultura nuova e presenza di tutta l’eredità culturale nella vitalità della fede non si escludono, ma sono un’unica realtà; sono presenza della bellezza di Dio e della gioia di essere figli suoi.
(Benedetto XVI, Udienza generale del 21 Maggio 2008)
martedì 30 gennaio 2024
Li rimproverò della loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l'avevano visto risorto.
Gesù, dopo che fu risorto nel primo giorno della settimana, apparve a Maria Maddalena, dalla quale aveva scacciato sette demoni. Ella andò ad annunziarlo a coloro che erano stati con lui e che eran afflitti e piangenti. Ed essi, udito che egli viveva ed era stato veduto da lei, non le credettero. In seguito apparve a due di loro che erano in cammino per andare nei campi; e questi andarono ad annunziarlo agli altri, i quali non credettero neppure a loro. Più tardi apparve agli Undici, mentre erano a tavola e li rimproverò della loro incredulità e durezza di cuore, perchè non avevano creduto a quelli che l'avevano visto risorto.
Marco 16, 9 - 14.
Surgens autem mane prima sabbati, apparuit primo Mariæ Magdalene, de qua ejecerat septem dæmonia. Illa vadens nuntiavit his, qui cum eo fuerant, lugentibus et flentibus. Et illi audientes quia viveret, et visus esset ab ea, non crediderunt. Post hæc autem duobus ex his ambulantibus ostensus est in alia effigie, euntibus in villam: et illi euntes nuntiaverunt ceteris: nec illis crediderunt. Novissime recumbentibus illis undecim apparuit: et exprobravit incredulitatem eorum et duritiam cordis: quia iis, qui viderant eum resurrexisse, non crediderunt.
Secundum Marcum, 16, 9 - 14.
sabato 13 gennaio 2024
La Tradizione.
domenica 31 dicembre 2023
A due anni dalla morte del mio amico mons. Luigi Negri.
Metto solo questa piccola foto, se poi lo ritroverò metterò anche l'articolo che scrissi a suo tempo. Quella foto è dell'ultima volta che è venuto alla festa di Pier Giorgio Frassati, serata seria, ma avevamo riso e scherzato insieme fino a pochi minuti prima, lui, Silvia Vayra, la mia cara moglie ed io.
Siamo amici e lo voglio ricordare.
Prego per la sua anima e gli chiedo di intercedere per noi sempre.
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Aggiornamento del 31 Dicembre 2023, ore 17.55: ho ritrovato l'articolo! Eccolo qui:
In ricordo dell’amico Mons. Luigi Negri
Il 31 Dicembre scorso è venuto a mancare mons. Luigi Negri, Vescovo emerito di Ferrara - Comacchio e Abate emerito di Pomposa. È stato un grande amico della nostra compagnia e un amico personale di molti di noi. Ecco un ricordo di Marco Sermarini.
La notizia mi ha colto impreparato e mi ha molto colpito. Un altro amico se ne va da questa terra e raggiunge la Vera Patria.
Ci conoscemmo a San Benedetto nel 1987; don Luigi Negri venne per presentare Claudio Chieffo, suo carissimo amico, e da quel giorno anche mio. Mi sembra di ricordare che Claudio venne per un concerto e farci ascoltare il suo nuovo disco che si intitolava Chieffo and Piano, ma di questo non sono certo… in ogni caso fu un’occasione che non mi lasciai scappare.
Ero ancora un bravo ragazzo, giovane e non troppo sfacciato, per cui tenni un profilo bassissimo con lui, dato la scorza di burbero, e capivo che mi trovavo davanti ad un intellettuale non da poco, una testa pensante di quelle che se ne trovano poche.
Invece vidi che, sì, era burbero, ma non disdegnava assolutamente il contatto con noi giovani, anzi in un certo senso lo cercava. Infatti prima del concerto e della sua breve introduzione si fermò allungo a parlare con noi, formula giudizi sul mio stato presente della Chiesa, offriva delle chiavi di lettura intelligenti, di grande respiro, affascinanti e soprattutto chiarissimi. Non avrei mai smesso di ascoltarlo.
Ero uno studente universitario e sinceramente per me fu un punto importante lungo la mia strada cristiana: capì che non era da buttare quello che alcuni amici ed io avevamo in mente in quegli anni per la Chiesa; ci ritrovammo molto in quello che lui diceva, in un certo senso ci diede una spinta determinante. Negli anni il rapporto è continuato: era facile incontrarlo al Meeting sia perché teneva sempre in quegli anni delle conferenze, bellissime, partecipatissime e intelligentissime (ritornassero..!), ma anche perché lo trovavamo spesso seduto nello stand di Claudio Chieffo. Lì teneva una specie di social club, più da piazza del paese che da salotto, molto ma molto sui generis, in cui ci si dedicava a vari sport: dalle previsioni sulle sorti della Chiesa a prendere in giro i figli di Claudio (in questo era il numero uno), ci riferiva episodi ecclesiastici che facevano ridere, poi si tornava sui massimi sistemi. Ma questa cosa era riservata a chi gli era amico.
Ho un bel ricordo di quando ci incrociamo al pellegrinaggio Macerata - Loreto nel 1996: lui aveva appena saputo della elezione di monsignor Gervasio Gestori a vescovo della nostra diocesi, e ci tenne a dirmi, appena mi vide: “avete un buon vescovo!“ insistendo più volte. Estemporaneo e a volte senza filtri (grazie a Dio), non rimaneva freddo di fronte a nulla, tanto meno a ciò che percepiva come una buona novità, e voleva comunicarlo a tutti. Lo ringraziai per le referenze positive che si rivelarono veritiere. Mi diceva così perché sapeva della nostra giovane compagnia e aveva speranza che il nuovo vescovo potesse accompagnarci e continuare a farci crescere.
Meno di dieci anni dopo lo ritrovo Vescovo di San Marino - Pennabilli, ultima nomina prima della morte di San Giovanni Paolo II. Qualche settimana prima lo contattammo per venire alla nostra festa, e non era ancora vescovo né sapevamo potesse diventarlo. Incaricai Giulio Giustozzi di concordare con lui una data possibile. Giulio ci raccontò una divertentissima telefonata in cui lui, vittima sacrificale, dovette subire tutti i suoi strali sui tipi loschi (ovviamente affettuosi anche se molto pungenti). Sentendo che Giulio, notoriamente persona educatissima e grande incassatore, non replicava, chiese: “ma io dico tutte queste cose e tu non dici niente?“ con il suo accento lombardo simpaticissimo. Ci stiamo ancora ridendo da quel giorno…
Un annetto dopo partecipai al congresso internazionale dei nuovi movimenti ecclesiali a Rocca di Papa. lo incontrai anche lì ed ebbi modo di mangiare più volte insieme a lui e ad altri simpatici peones come me. A parte la piacevolezza della sua presenza, la sua simpatia e il fatto di stare con un bravo vescovo come lui, quelle conversazioni ci servirono moltissimo per comprendere meglio quello che stavamo vivendo in quei giorni e in quegli anni. La sua chiarezza di giudizio era pari a nessun’altra.
Un’altra volta accettò di tenere una conferenza a Ferrara (di cui nel frattempo era diventato arcivescovo), insieme al mio amico John Kanu, l’eroe della Sierra Leone, e il malcapitato sottoscritto. La cosa più buona che mi disse fu: “Hai trovato Chesterton e ti sei riciclato…”. Anche qui mi feci tante risate. Era comunque il suo modo, di sicuro poco ortodosso, di esprimere tenerezza e affetto. Lo faceva anche con i miei figli quando lo incontravano…
Forse il momento più bello è stato quando un paio di anni dopo ci accolse in casa sua, dell’episcopio di Ferrara, nella sala più bella; entrammo in punta di piedi in quest’aula bellissima, in stile settecentesco, e lui ci aspettava già seduto al tavolo. Mi presentai con tutta la nostra scolaresca, in gita da quelle parti, un giro indimenticabile. Lì per lì mi accolse, come sempre, burberamente. Avevo osato chiedergli: “Eccellenza, come stai?” con il mio solito entusiasmo fuori posto. Mi rispose con un tono leonino: “come vuoi che stia, con la situazione attuale della Chiesa?“. Poi mi accolse paterno come sempre e mi comunicò immediatamente la sua compiaciuta meraviglia di vedere tutti questi ragazzi, alcuni anche molto piccoli, pronti e attenti ad ascoltarlo. Bimbi, liceali, tutti buoni in silenzio, pronti. Ci fece un breve discorso, una specie di benvenuto ma anche un incoraggiamento fortissimo a continuare a fare quello che facevamo, anzi a fare di più. Ascoltò anche qualche domanda, cui rispose compiutamente e con l’umiltà del grande ti ascolta il piccolo e lo prende sul serio. Ripartimmo veramente risollevati, non sempre troviamo nel nostro ambiente qualcuno che non solo apprezza il nostro sforzo quotidiano ma ha a cuore che noi andiamo fino in fondo alla nostra missione.
Qualche anno dopo mi chiese di far parte di un organismo che si occupa di sostenere la famiglia, l’educazione e la cultura, e ne fui come ancora sono entusiasta. Questo ci diede modo di vederci più spesso e di parlare a tu per tu, di collaborare, di costruire.
In una di queste simpatiche occasioni andiamo a casa sua con gli altri che condividono con me questa responsabilità. Ad un certo punto mi chiese della famiglia, e mi disse di salutare mia moglie con queste parole: “dille che tra i due il più fortunato sei tu… ma dille anche che a lei poteva andare peggio…!”. Questo il complimento più grande che mi hai fatto in vita, lo raccontai alla mia cara moglie e ci ridemmo tantissimo…
La preoccupazione per le famiglie, per l’educazione dei giovani e per la cultura cristiana sono sempre stati i suoi tre fari per la sua attività di pastore, di docente universitario, di sacerdote e a suo tempo di giovane laico.
Ha anche partecipato alla nostra festa annuale, l’ultima volta nel 2018, una serata bellissima in cui si unirono a noi centinaia di amici venuti anche da fuori per ascoltarlo parlare del libro, da poco uscito, L’Opzione Benedetto.
Caro don Luigi, mio amico e mio vescovo, mi spiace tanto che ci hai salutati! Sono certo che continuerai a fare il tifo per noi e ad aiutarci dal Cielo. Sono certo che con la tua solita rude bontà disturberai il Nostro Re perché ci sostenga, ci guidi e ci illumini. Io, a nome dei tipi loschi, ti dico che ci conto! Noi pregheremo sempre per te!
Marco Sermarini
Notizie biografiche
Sua Eccellenza Reverendissima Mons. LUIGI NEGRI è nato a Milano il 26 novembre 1941. Nasce e cresce in una famiglia umile e semplice ma fortemente radicata nella fede e impegnata sul piano ecclesiale e sociale. Riceve la prima educazione cristiana nella parrocchia di Sant’Andrea in Milano partecipando alla vita ecclesiale diocesana.
Dal 1955 al 1960 frequenta il liceo classico Berchet di Milano, dove incontra l’amico e ispiratore, Mons. Luigi Giussani di cui, dopo esserne stato uno dei suoi primi allievi, diventa uno dei primi e più stretti collaboratori entrando a far parte del Movimento Ecclesiale Gioventù Studentesca, fondato dallo stesso Giussani (nucleo originario di quella che sarà poi Comunione e Liberazione).
Si laurea a pieni voti in Filosofia nel giugno 1965 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, discutendo una tesi sul problema della Fede e della Ragione in Tommaso Campanella. Nell’autunno 1967 entra nel Seminario Diocesano Ambrosiano di Venegono. Viene ordinato sacerdote il 28 giugno 1972 dal Cardinale Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano. Nell’ottobre 1972, dopo l’ordinazione, consegue la licenza in Teologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Il 17 marzo 2005 è nominato vescovo della Diocesi di San Marino-Montefeltro quando, fino all’ordinazione episcopale, resta docente di Antropologia Filosofica, Storia della Filosofia Moderna e di Introduzione alla Teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Riceve la ordinazione episcopale il 7 maggio 2005 per la imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del Cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano essendo co-consacranti l’allora Mons. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, e Mons. Paolo Romeo, allora Nunzio Apostolico per l’Italia e la Repubblica di San Marino poi Cardinale arcivescovo di Palermo.
Mons. Negri prende possesso canonico della Diocesi il 22 maggio 2005 nella Cattedrale di San Pio V a Pennabilli. Sceglie come motto del suo stemma le parole «Tu, fortitudo mea». Il 1° dicembre 2012 è promosso arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa. Prende possesso canonico dell’Arcidiocesi il 3 marzo 2013 dove svolgerà il suo ministero episcopale reggendola diocesi fino alla nomina del successore il 15 febbraio 2017. Fin dagli inizi del suo apostolato, spende energie ed entusiasmo per i giovani e la scuola. La sua opera educativa contribuisce alla nascita, negli anni Settanta, di una significativa presenza cristiana nelle scuole medie superiori in Italia. Sono gli anni della battaglia per promuovere la libertà di educazione e un’autentica libertà di insegnamento. In questo campo, senza mai far venir meno il rispetto per altre posizioni politico-culturali, conduce un lavoro non facile e controcorrente rispetto all’associazionismo tradizionale e alla mentalità corporativa dominante che vede la scuola solo come serbatoio di posti di lavoro. In questo quadro nascono i primi due grandi convegni nazionali di Comunione e Liberazione del 1975 e del 1976, con la partecipazione di migliaia di insegnanti e di figure autorevoli della cultura e della politica scolastica di quegli anni. Accanto al lavoro pastorale, rivolto soprattutto ai giovani, monsignor Negri si dedica con passione allo studio attento e alla diffusione del Magistero Pontificio, in particolare quello di San Giovanni Paolo II, su cui tiene centinaia di conferenze, incontri, seminari in Italia e all’estero (ad esempio in Brasile, Polonia, Germania). Negli anni 1980-1985, insieme con un gruppo di docenti universitari e personalità ecclesiali, fra le quali il Card. Giacomo Biffi, il Card. Giovanni Saldarini, il Card. Lucas Moreira Neves, il Card. Jozef Tomko, il Card. Giuseppe Sepe, mons. Enrico Manfredini e Mons. Giovanni Marra, crea un comitato promotore dei Convegni per il Magistero Pontificio, che organizza molteplici attività sui punti più rilevanti del Magistero di Papa Wojtyla. Anche allo studio e alla diffusione della Dottrina sociale della Chiesa Negri offre un apporto decisivo, collaborando alla costituzione di una scuola permanente di formazione e diffusione della Dottrina sociale della Chiesa, che negli anni 1986-1990 ha fatto nascere numerose scuole, a livello diocesano o parrocchiale, per lo studio e la diffusione della stessa. Proprio nella diocesi di San Marino-Montefeltro costituisce, il 18 luglio 2005, come primo atto significativo del suo episcopato, la Fondazione Internazionale Giovanni Paolo II per il Magistero Sociale della Chiesa ancora in piena attività.