"(…) l'essere al di sotto di tutti (…) si oppone alla prima superbia (considerare un niente il fratello, ndr): giacché come può considerarsi superiore al proprio fratello o inorgoglirsi in qualche cosa o rimproverare o disprezzare qualcuno, colui che si considera al di sotto di tutti? Ugualmente, anche il pregare continuamente, è chiaro perché si oppone alla seconda superbia (insuperbirsi contro Dio e ascrivere a sé e non a Dio i propri successi, ndr). È evidente, infatti, che la persona umile e pia, conoscendo che nessuna cosa buona può riuscire dall'anima senza l'aiuto e la protezione di Dio, non cessa di pregare Dio ininterrottamente perché le faccia misericordia. E chi prega Dio continuamente, se è fatto degno di riuscire bene in qualche cosa, sa bene donde ne ha avuto la capacità e non può inorgoglirsi né ascriverlo alla propria abilità, ma ascrive a Dio ogni successo e a lui rende sempre grazie e sempre lo invoca, tremando di decadere da un tale aiuto, e che si manifesti la sua debolezza e la sua impotenza. E cosí grazie all'umiltà, prega, e grazie alla preghiera si umilia, e quanto piú riesce, sempre piú si umilia, e quanto più si umilia, più riceve aiuto e avanza per la sua umiltà".
Doroteo di Gaza, Insegnamenti spirituali, 38.
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