domenica 22 maggio 2022

Leopardi. La necessità di una fede ragionevole - di Giovanni Fighera | da La Nuova Bussola Quotidiana.

Negli anni, progressivamente, ho riscoperto l'importanza di Giacomo Leopardi, di alcuni dei suoi Canti che lessi sin da piccolo (dalle scuole medie in poi) e che oggi trovo bellissimi (avete presenti quelle parole che impariamo a memoria, magari non ne abbiamo tanta voglia, però pian piano trovano casa dentro di noi e riemergono quando serve, se glielo permettiamo...?), e uno dei miei desideri e delle mie speranze è che quest'uomo abbia abbracciato Gesù in qualche momento salvifico della sua vita. Che ci posso fare se penso all'erbaiuol, a questa siepe, a quello infinito silenzio, all'artigiano con l'opra in man, ai fanciulli gridando, agli interminati spazi e ai sovrumani silenzi, alla gallina tornata in su la via e le sento cose mie?

Ho letto questo articolo di Giovanni Fighera e ne trovo interessanti alcune considerazioni. Lo propongo ai lettori di questo blog perché ci fa leggere i desideri più profondi e più veri, così seri, dell'animo di Giacomo Leopardi.

Marco Sermarini

La ragione al suo apice si apre alla fede, spalanca la sua finestra sul Mistero. Così Leopardi scrisse nello Zibaldone che le «illusioni» – ciò che il cuore desidera – «non son vere se non rispetto a Dio e a un’altra vita»

https://lanuovabq.it/it/leopardi-la-necessita-di-una-fede-ragionevole

Giacomo Leopardi

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