Decine di migliaia di malati fragili e spesso senza le cure adeguate di cui avrebbero bisogno e diritto rischiano di essere influenzati dall'ennesima, assordante campagna mediatica pro-suicidio imbastita da Cappato e dai radicali: la magistratura ha il dovere di tutelare la vita e la dignità di queste persone rispettando i limiti, già critici, posti dalla Corte Costituzionale alla pratica del suicidio assistito, per assicurare quella tutela minima del bene vita per sua natura escluso dalla disponibilità individuale.
Oggi circa il 70% dei malati che ne avrebbero diritto secondo la legge, in prevalenza proprio malati oncologici, non ha accesso al sistema di cure palliative, a causa dello scarso finanziamento pubblico e dello scarso radicamento nelle strutture sanitarie territoriali. Questo significa che lo Stato induce i malati e sofferenti a farsi fuori piuttosto che garantire loro le cure adeguate e necessarie per vivere con dignità.
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