lunedì 15 settembre 2025

Il 13 settembre 2025 sono tornato sul Vettore ma sulla Cima del Lago.

Sono tornato dopo due anni sul Vettore (della precedente ascensione ho già detto in questo post), ma con la digressione verso la Punta (o Cima) di Prato Pulito e la Cima del Lago, visto che non c'ero mai stato prima.

Mi ha invitato ad andare un amico esperto e mi sono divertito molto. Il tempo ci ha assistito perché, come si vede dalle foto, era pulito (un po' di foschia e nubi verso est). La temperatura era ottima (alla partenza da Forca di Presta 15° C), senza vento se non in qualche momento tra il Bivacco Zilioli e la Cima del Lago. Quasi sempre in maglietta, i primi passi con la camicia.

Alla partenza eravamo soli, dopo un po' qualcuno ci ha raggiunto e allo Zilioli c'erano quattro o cinque persone, più un piccolo gruppo di gitanti che probabilmente aveva passato la notte lì. In discesa abbiamo incontrato tante persone.

Non mi soffermo a descrivere il tratto Forca di Presta - Bivacco Zilioli, chi vuole lo trova nel post già richiamato. A tal proposito posso solo aggiungere che quest'anno avevo fatto più fiato e quindi ho fatto meno fatica. Allo Zilioli siamo arrivati attorno alle 9.18, quindi, essendo partiti alle 7.35 circa, abbiamo impiegato circa 1 e 43 minuti.

Ma ora racconto un po' la nuova esperienza. Dallo Zilioli si va verso sinistra (ovest) su di un sentiero inizialmente tracciato e ben visibile, ma che successivamente, dopo poche centinaia di metri, si perde tra le rocce frantumate dagli agenti atmosferici del versante sud un po' al di sotto della cresta che porta alla Punta di Prato Pulito, che si trova a 2.372 metri di altitudine. Non è un problema dal punto di vista dell'orientamento perché la mèta è visibile a chi c'è stato ed intuibile per chi vi si reca per la prima volta (in realtà si vede bene dallo Zilioli, poi la cresta copre un po' la mèta, cammin facendo), però è un tratto abbastanza ripido ed incerto quanto alla stabilità. Dopo un po' si raggiunge la cresta che è una lama che man mano si allarga fino alla Punta, da cui si apre il panorama verso le Piane di Castelluccio ad ovest e verso la cima del Vettore ad est.

Proseguendo si arriva alla Cima del Lago da cui, come suggerito dal nome, si apre la vista sul Lago di Pilato, quest'anno ancora "vivo" nonostante i menagramo sostenitori del cambiamento climatico che lo volevano secco già a metà luglio. Invece - come si vede - c'è ancora. Le nevi non sono state abbondanti quest'anno, anche se c'è stato un loro ritorno tra la fine di marzo ed i primissimi giorni di aprile. Però il mio amico lago c'è! Ho anni e memoria sufficienti per dire che abbiamo avuto annate peggiori e migliori da qui a quarantacinque anni fa, quando lo vidi la prima volta. Il resto sono teorie più giovani ed incerte di chi incautamente (e con forza degna di miglior causa) le proclama. Ho anche qualche perplessità circa l'effetto che alcuni ricercatori sostengono abbia esercitato il terremoto del 2016, credo sia piuttosto difficile accertarlo con sicurezza, ma questa è una mia idea di uomo della strada che cerca di ragionare coi dati e le evidenze che ha.

Dalla Cima del Lago, guardando ad ovest, si sovrasta lo Scoglio dell'Aquila, e si apre ancor meglio il panorama su Castelluccio e tutto il resto. Puntando a nord - est ci sono le mete successive, ossia la Cima del Redentore e il Pizzo del Diavolo. Non abbiamo proseguito volendo tornare a casa per pranzo. 

La Cima del Lago si trova a 2.422 metri di altitudine, cioè cinquantaquattro metri sotto la cima del Vettore.

Siamo ripartiti dopo una brevissima sosta di pochi minuti, il tempo di qualche foto, e siamo arrivati a Forca di Presta alle 11.55, tempo totale di percorrenza 4 ore e 20 minuti circa incluse le brevi soste, le foto e le mie cavolate. Tra la Punta di Prato Pulito e lo Zilioli occorre fare ancor più attenzione che nella salita se non si vuole saggiare la roccia con il proprio muso (parlo per quelli come me, i bravi non devono neppure leggere questa cronaca, si farebbero delle idee sbagliate).

Sulla via del ritorno abbiamo visto molte stelle alpine, mie nuove amiche, fiori pelosetti e belli.

Sono stato molto contento perché ho potuto rivedere il Lago (non i Laghi, non si può riscrivere la geografia, già la storia e la cronaca sono ampiamente riviste da occhi malaccorti in mala fede), perché ho fatto una passeggiata in parte nuova, perché c'era il sole e tutto splendeva e il cielo sembrava di lapislazzuli, perché c'era la luna, perché sono stato con un amico e di tutto sono molto grato al Padre Eterno che, senza che io facessi nulla per meritarmelo, mi ha fatto tanti regali.

Ore 7.40 -- ecco come si
presentano le Piane
di Castelluccio.

Ore 8.30 circa -- la faglia e lo Scoglio dell'Aquila.


Ore 8.30 -- ecco il panorama visibile
a sud dallo stesso punto: i Monti della
Laga e le frazioni di Arquata del
Tronto ai loro piedi, il Gran Sasso.

Ore 9.25 -- ripartiti dal Rifugio Zilioli
ecco il panorama ad ovest, già
avviatici per il sentiero verso
la Cima di Prato Pulito.
In fondo il Terminillo.

Ore 9.25 -- dritto il sentiero che si
avvia verso la cresta che conduce
alla Cima di Prato Pulito.

Ore 9.44 -- in compagnia della luna
e di questo splendido cielo di
lapislazzuli.

Ore 9.44 -- mi giro ed ecco la cima
del Monte Vettore ad est.

Ore 9.50 -- la Punta (o Cima) di Prato Pulito.

Ore 9.50 -- ad ovest le Piane di Castelluccio
non ancora libere dalla nebbia.

Ore 10.00 circa -- dalla Cima del Lago
il mio vecchio amico, il Lago di Pilato!

Ore 10.00 circa -- la Cima del Redentore
e il Pizzo del Diavolo.


Ore 10.24 -- sulla via del ritorno
ecco delle nuove amiche, le stelle alpine!

mercoledì 27 agosto 2025

La vera resistenza - A San Benedetto del Tronto si dice "zózzë" e mai "zuzz".

In sambenedettese non si dice "Mimmo lu Zuzz", bensì "Mimmë lo zózzë" (al più "lu zozz" -- la e con la dieresi esprime il suono della e tronca tipico della nostra lingua; di sicuro è meglio "lu zozz" de "lu zozze"...).

Molti di voi conosceranno e stimeranno la nota pizzeria sita al centro della nostra cittadina.

Quando la sento chiamare "Mimmo lu Zuzz" ho la stessa sensazione del gessetto che stride sulla lavagna.

"Lu zuzz" non è dialetto sambenedettese bensì della Vallata del Tronto. Ho parte delle mie radici che affondano in terreno spinetolese, che è Vallata del Tronto e ne sono orgoglioso, ma è un altro dialetto. A San Benedetto non si dice così.

È giusto per fare uno dei tanti esempi del cedimento del nostro dialetto nei confronti di quelli delle aree circostanti.

Tra l'altro i proprietari della pizzeria ce l'hanno scritto pure, quindi perché inventi...?




martedì 26 agosto 2025

Dan Peterson, uno degli uomini più simpatici del pianeta.

 

G. K. Chesterton, personaggio illustre inglese, “bloccato” a Chattanooga, condivide gli ideali dei “Giovani Confederati” | Dal Chattanooga News del 4 febbraio 1931. Traduzione e note sono mie ©.

L' articolo che vi propongo in traduzione italiana è tratto dal quotidiano americano The Chattanooga News di mercoledì 4 febbraio 1931, edizione della sera (una volta alcuni quotidiani uscivano la sera ed altri avevano anche edizioni della sera oltre quella del mattino -- oggi stanno tutti per chiudere, più o meno...). 

Me lo ha passato un caro amico, che ringrazio.

Riguarda il mio caro Chesterton che si era recato in uno dei suoi viaggi negli Stati Uniti; fece tappa anche a Chattanooga, Tennessee (vi ricordate la pubblicità di Lipton Ice Tea? Dan Peterson spadroneggiava da lì... dopo la metto sul blog, dai..!), e lì incontrò anche il sagace giornalista che ci ha lasciato quest'interessantissimo resoconto delle idee che Chesterton ammanniva a piene mani. 

Un Chesterton ruralista, perché distributista, che trovò compagni di strada anche nel Midwest osando parlare di cose quasi proibite (giovani confederati, sudisti, agraristi, antiindustriali...). Un Chesterton che ci piace sempre di più proprio perché sempre rivoluzionario e sempre diretto verso la Verità. Oggi i cosiddetti democratici americani andrebbero in giro coi capelli dritti solo a leggere "confederati"...

Ritengo che non sussista più alcun problema di diritti d'autore (ho fatto delle ricerche in proposito), ma se si facesse vivo qualcuno che vanti diritti sull'articolo, rimuoverò lo stesso senza discussioni. La traduzione è mia, come pure le note ©.

Marco Sermarini

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Vi propongo la mia traduzione di The Diabolist, ovvero: il satanista, di G. K. Chesterton.

Vi propongo la traduzione, inedita in lingua italiana, di un articolo di Chesterton apparso il 9 novembre 1907 sul The Daily News (era il quotidiano liberale su cui Gilbert scrisse fino al 1913, di proprietà di Lord Cadbury -- quello dei biscotti famosi!). 

È un articolo breve ma denso e significativo, di cui danno conto i migliori biografi di Chesterton, in primis Maisie Ward; ho pensato di anteporre alla traduzione le parole con cui William Oddie collocava l'episodio nella biografia di Chesterton. Sono tratte da Chesterton and the Romance of Orthodoxy. The Making of GKC. 1874 - 1908, anch'esso inedito in lingua italiana. Ne estrapolo un brano ritenendolo estremamente significativo, rimandando i lettori alla consultazione del seguito per non appesantire questo lavoro. 

La continuazione della lettura delle riflessioni filologiche e filosofiche di Oddie sarebbe estremamente proficua perché l'articolo, scritto nel 1907, si colloca nel periodo della compilazione del capolavoro di Chesterton, Ortodossia, che costituisce la sintesi del suo pensiero. 

Ad ogni modo ritengo che già questo non brevissimo assaggio dello scritto del compianto William Oddie aiuterà i lettori a comprendere l'importanza dell'articolo.

È importante perché testimonia la maturità del pensiero di Chesterton anzi la sua compiutezza nella giovane età a cui si riferisce l'episodio.


Marco Sermarini

https://uomovivo.blogspot.com/2025/08/the-diabolist-ovvero-il-satanista.html