lunedì 15 settembre 2025

Il 13 settembre 2025 sono tornato sul Vettore ma sulla Cima del Lago.

Sono tornato dopo due anni sul Vettore (della precedente ascensione ho già detto in questo post), ma con la digressione verso la Punta (o Cima) di Prato Pulito e la Cima del Lago, visto che non c'ero mai stato prima.

Mi ha invitato ad andare un amico molto esperto e mi sono divertito molto. Il tempo ci ha assistito perché, come si vede dalle foto, era pulito (un po' di foschia e nubi verso est). La temperatura era ottima (alla partenza da Forca di Presta 15° C), senza vento se non in qualche momento tra il Bivacco Zilioli e la Cima del Lago. Quasi sempre in maglietta, i primi passi con la camicia.

Alla partenza eravamo soli, dopo un po' qualcuno ci ha raggiunto e allo Zilioli c'erano quattro o cinque persone, più un gruppo di gitanti che probabilmente avevano passato la notte lì. In discesa abbiamo incontrato tante persone.

Non mi soffermo a descrivere il tratto Forca di Presta - Bivacco Zilioli, chi vuole lo trova nel post già richiamato. A tal proposito posso solo aggiungere che quest'anno avevo fatto più fiato e quindi ho fatto meno fatica. Allo Zilioli siamo arrivati attorno alle 9.18, quindi, essendo partiti alle 7.35 circa, abbiamo impiegato circa 1 e 43 minuti.

Ma ora racconto un po' la nuova esperienza. Dallo Zilioli si va verso sinistra (ovest) su di un sentiero inizialmente tracciato e ben visibile, ma che successivamente, dopo poche centinaia di metri, si perde tra le rocce frantumate dagli agenti atmosferici del versante sud un po' al di sotto della cresta che porta alla Punta di Prato Pulito, che si trova a 2.372 metri di altitudine. Non è un problema dal punto di vista dell'orientamento perché la mèta è visibile a chi c'è stato ed intuibile per chi vi si reca per la prima volta (in realtà si vede bene dallo Zilioli, poi la cresta copre un po' la mèta), però è un tratto abbastanza ripido ed incerto quanto alla stabilità. Dopo un po' si raggiunge la cresta che è una lama che man mano si allarga fino alla Punta, da cui si apre il panorama verso le Piane di Castelluccio ad ovest e verso la cima del Vettore ad est.

Proseguendo si arriva alla Cima del Lago da cui, come suggerito dal nome, si apre la vista sul Lago di Pilato, quest'anno ancora "vivo" nonostante i menagramo sostenitori del cambiamento climatico che lo volevano secco già a metà luglio. Invece - come si vede - c'è ancora. Le nevi non sono state abbondanti quest'anno, anche se c'è stato un loro ritorno tra la fine di marzo ed i primissimi giorni di aprile. Però il mio amico c'è! Ho anni e memoria sufficienti per dire che abbiamo avuto annate peggiori e migliori da qui a quarantacinque anni fa, quando lo vidi la prima volta. Il resto sono teorie più giovani ed incerte di chi incautamente (e con forza degna di miglior causa) le proclama. Ho anche qualche perplessità circa l'effetto che alcuni ricercatori sostengono abbia esercitato il terremoto del 2016, credo sia piuttosto difficile accertarlo con sicurezza, ma questa è una mia idea di uomo della strada che cerca di ragionare coi dati e le evidenze che ha.

Dalla Cima del Lago, guardando ad ovest, si sovrasta lo Scoglio dell'Aquila, e si apre ancor meglio il panorama su Castelluccio e tutto il resto. Puntando a nord - est ci sono le mete successive, ossia la Cima del Redentore e il Pizzo del Diavolo. Non abbiamo proseguito volendo tornare a casa per pranzo. 

La Cima del Lago si trova a 2.422 metri di altitudine, cioè cinquantaquattro metri sotto la cima del Vettore.

Siamo ripartiti dopo una brevissima sosta di pochi minuti, il tempo di qualche foto, e siamo arrivati a Forca di Presta alle 11.55, tempo totale di percorrenza 4 ore e 20 minuti circa incluse le brevi soste, le foto e le mie cavolate. Tra la Punta di Prato Pulito e lo Zilioli occorre fare ancor più attenzione che nella salita se non si vuole saggiare la roccia con il proprio muso (parlo per quelli come me, i bravi non devono neppure leggere questa cronaca, si farebbero delle idee sbagliate).

Sulla via del ritorno abbiamo visto molte stelle alpine, mie nuove amiche, fiori pelosetti e belli.

Sono stato molto contento perché ho potuto rivedere il Lago (non i Laghi, non si può riscrivere la geografia, già la storia e la cronaca sono ampiamente riviste da occhi malaccorti in mala fede), perché ho fatto una passeggiata in parte nuova, perché c'era il sole e tutto splendeva e il cielo sembrava di lapislazzuli, perché c'era la luna, perché sono stato con un amico e di tutto sono molto grato al Padre Eterno che, senza che io facessi nulla per meritarmelo, mi ha fatto tanti regali.

Ore 7.40 -- ecco come si
presentano le Piane
di Castelluccio.

Ore 8.30 circa -- la faglia e lo Scoglio dell'Aquila.


Ore 8.30 -- ecco il panorama visibile
a sud dallo stesso punto: i Monti della
Laga e le frazioni di Arquata del
Tronto ai loro piedi, il Gran Sasso.

Ore 9.25 -- ripartiti dal Rifugio Zilioli
ecco il panorama ad ovest, già
avviatici per il sentiero verso
la Cima di Prato Pulito.
In fondo il Terminillo.

Ore 9.25 -- dritto il sentiero che si
avvia verso la cresta che conduce
alla Cima di Prato Pulito.

Ore 9.44 -- in compagnia della luna
e di questo splendido cielo di
lapislazzuli.

Ore 9.44 -- mi giro ed ecco la cima
del Monte Vettore ad est.

Ore 9.50 -- la Punta (o Cima) di Prato Pulito.

Ore 9.50 -- ad ovest le Piane di Castelluccio
non ancora libere dalla nebbia.

Ore 10.00 circa -- dalla Cima del Lago
il mio vecchio amico, il Lago di Pilato!

Ore 10.00 circa -- la Cima del Redentore
e il Pizzo del Diavolo.


Ore 10.24 -- sulla via del ritorno
ecco delle nuove amiche, le stelle alpine!

mercoledì 27 agosto 2025

La vera resistenza - A San Benedetto del Tronto si dice "zózzë" e mai "zuzz".

In sambenedettese non si dice "Mimmo lu Zuzz", bensì "Mimmë lo zózzë" (al più "lu zozz" -- la e con la dieresi esprime il suono della e tronca tipico della nostra lingua; di sicuro è meglio "lu zozz" de "lu zozze"...).

Molti di voi conosceranno e stimeranno la nota pizzeria sita al centro della nostra cittadina.

Quando la sento chiamare "Mimmo lu Zuzz" ho la stessa sensazione del gessetto che stride sulla lavagna.

"Lu zuzz" non è dialetto sambenedettese bensì della Vallata del Tronto. Ho parte delle mie radici che affondano in terreno spinetolese, che è Vallata del Tronto e ne sono orgoglioso, ma è un altro dialetto. A San Benedetto non si dice così.

È giusto per fare uno dei tanti esempi del cedimento del nostro dialetto nei confronti di quelli delle aree circostanti.

Tra l'altro i proprietari della pizzeria ce l'hanno scritto pure, quindi perché inventi...?




martedì 26 agosto 2025

Dan Peterson, uno degli uomini più simpatici del pianeta.

 

G. K. Chesterton, personaggio illustre inglese, “bloccato” a Chattanooga, condivide gli ideali dei “Giovani Confederati” | Dal Chattanooga News del 4 febbraio 1931. Traduzione e note sono mie ©.

L' articolo che vi propongo in traduzione italiana è tratto dal quotidiano americano The Chattanooga News di mercoledì 4 febbraio 1931, edizione della sera (una volta alcuni quotidiani uscivano la sera ed altri avevano anche edizioni della sera oltre quella del mattino -- oggi stanno tutti per chiudere, più o meno...). 

Me lo ha passato un caro amico, che ringrazio.

Riguarda il mio caro Chesterton che si era recato in uno dei suoi viaggi negli Stati Uniti; fece tappa anche a Chattanooga, Tennessee (vi ricordate la pubblicità di Lipton Ice Tea? Dan Peterson spadroneggiava da lì... dopo la metto sul blog, dai..!), e lì incontrò anche il sagace giornalista che ci ha lasciato quest'interessantissimo resoconto delle idee che Chesterton ammanniva a piene mani. 

Un Chesterton ruralista, perché distributista, che trovò compagni di strada anche nel Midwest osando parlare di cose quasi proibite (giovani confederati, sudisti, agraristi, antiindustriali...). Un Chesterton che ci piace sempre di più proprio perché sempre rivoluzionario e sempre diretto verso la Verità. Oggi i cosiddetti democratici americani andrebbero in giro coi capelli dritti solo a leggere "confederati"...

Ritengo che non sussista più alcun problema di diritti d'autore (ho fatto delle ricerche in proposito), ma se si facesse vivo qualcuno che vanti diritti sull'articolo, rimuoverò lo stesso senza discussioni. La traduzione è mia, come pure le note ©.

Marco Sermarini

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Vi propongo la mia traduzione di The Diabolist, ovvero: il satanista, di G. K. Chesterton.

Vi propongo la traduzione, inedita in lingua italiana, di un articolo di Chesterton apparso il 9 novembre 1907 sul The Daily News (era il quotidiano liberale su cui Gilbert scrisse fino al 1913, di proprietà di Lord Cadbury -- quello dei biscotti famosi!). 

È un articolo breve ma denso e significativo, di cui danno conto i migliori biografi di Chesterton, in primis Maisie Ward; ho pensato di anteporre alla traduzione le parole con cui William Oddie collocava l'episodio nella biografia di Chesterton. Sono tratte da Chesterton and the Romance of Orthodoxy. The Making of GKC. 1874 - 1908, anch'esso inedito in lingua italiana. Ne estrapolo un brano ritenendolo estremamente significativo, rimandando i lettori alla consultazione del seguito per non appesantire questo lavoro. 

La continuazione della lettura delle riflessioni filologiche e filosofiche di Oddie sarebbe estremamente proficua perché l'articolo, scritto nel 1907, si colloca nel periodo della compilazione del capolavoro di Chesterton, Ortodossia, che costituisce la sintesi del suo pensiero. 

Ad ogni modo ritengo che già questo non brevissimo assaggio dello scritto del compianto William Oddie aiuterà i lettori a comprendere l'importanza dell'articolo.

È importante perché testimonia la maturità del pensiero di Chesterton anzi la sua compiutezza nella giovane età a cui si riferisce l'episodio.


Marco Sermarini

https://uomovivo.blogspot.com/2025/08/the-diabolist-ovvero-il-satanista.html


domenica 20 luglio 2025

Credis hoc?

Ego sum resurrectio et vita: qui credit in me, etiam si mortuus fuerit, vivet: et omnis qui vivit et credit in me, non morietur in aeternum. Credis hoc?

Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?

Giovanni 11, 25 - 26.







venerdì 27 giugno 2025

Dizionario della mia lingua, il sambenedettese - 8 - Termine dall'etimologia misteriosa!

Vattezzìre, dice Francesco Palestini "botte da orbi, all'impazzata" che sull'etimologia  ipotizzava: "forse da 'battere' e 'giro'?".

Mi sono arrovellato per decenni. Ho pensato anch'io così, ma sono poco convinto quanto probabilmente lo era Palestini, con quel punto interrogativo...

Ho pensato che quel -zzìre sia un esito come quello de lu tappëzzìrë (il tappezziere), o come lu barëvirë (il barbiere), ma che sarebbe il "vattezziere" (o "battezziere"?)? Non lo so proprio.

Poi vado sulla Treccani e mi scappa fuori questo:

batteżżière s. m. [der. di battezzare]. – Sacerdote che ha l’incarico di battezzare, in vece del parroco; più comunem. detto battista.

Nelle espressioni colloquiali ho spesso sentito dire cose tipo: "vieni qua che ti battezzo io..." come per intendere "ti sistemo io", per quanto il rito del battesimo cristiano non comprenda nessun tipo di.. "contatto fisico", al contrario della cresima che nel rito antico prevedeva che il cresimato ricevesse un piccolo schiaffo dal vescovo, a sacramento impartito.

Per me resta un mistero. A mamma ho sentito dire molte volte anche "lu vattezzìre de le palmë"... e qui il mistero si infittisce.

Se qualcuno lo sa, batta un colpo (o rimarrà un mistero insondabile come lu rebbëvéssë?)...





giovedì 26 giugno 2025

Dizionario della mia lingua, il sambenedettese - 7 - Interessante termine liturgico.

Patràccule, bàttola, crotalo, troccolo: arnese di legno che si usa come surrogato delle campane per chiamare i fedeli in chiesa il Venerdì ed il Sabato Santo, quando i sacri bronzi tacciono.


#liturgia #sambenedettese #SanBenedettodelTronto #dialetto

mercoledì 25 giugno 2025

Frammenti della mia filosofia - 85 - Tolkien, dove si trova il coraggio.


Il coraggio si trova in posti insospettabili.

John Ronald Reuel Tolkien, Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello.


#coraggio #Tolkien #IlSignoredegliAnelli 


martedì 24 giugno 2025

Frammenti della mia filosofia - 84 - Tolkien: "... Non la piccolezza e l'umiltà universali, ma la grandezza e l'orgoglio universali...".

Non sono un “democratico” solo perché l'“umiltà” e l'uguaglianza sono principi spirituali corrotti dal tentativo di meccanizzarli e formalizzarli, con il risultato di ottenere non la piccolezza e l'umiltà universali, ma la grandezza e l'orgoglio universali, finché qualche orco non si impossessa di un anello di potere - e allora otteniamo e otterremo la schiavitù.

John Ronald Reuel Tolkien, La realtà in trasparenza. Lettere.


#Tolkien #democrazia #umiltà #orgoglio #uguaglianza


lunedì 23 giugno 2025

Frammenti della mia filosofia - 83 - Tolkien, "Arresterei chiunque usi la parola Stato...".


Le mie opinioni politiche inclinano sempre più verso l'anarchia (intesa filosoficamente come abolizione di ogni controllo, non come uomini barbuti che lanciano bombe) -- oppure verso una monarchia non costituzionale.

***

Arresterei chiunque usi la parola Stato (intendendo qualsiasi cosa che non sia la terra inglese e i suoi abitanti, cioè qualcosa che non ha poteri né diritti né intelligenza); e dopo avergli dato la possibilità di ritrattare, se rimanesse della stessa idea lo giustizierei!

***

Governo è un sostantivo astratto che indica l'arte e il modo di governare e sarebbe offensivo scriverlo con la G minuscola come per riferirsi al popolo.

John Ronald Reuel Tolkien, La realtà in trasparenza. Lettere.

Per quel che mi consta credo più alla "mezza repubblica" a cui Tolkien fa cenno in un'altra sua lettera (e non credo molto anzi per niente alla "mezza aristocrazia", presente sempre nella stessa lettera). Per il resto tutto ok (naturalmente con lo stesso tono leggero ma serio di Tolkien -- spero qualcuno lo intenda...).


#Tolkien #stato #repubblica #monarchia

domenica 22 giugno 2025

Dizionario della mia lingua, il sambenedettese - 6 - Domattina.

Dëmaténë cioè domattina, domani mattina.

Ma la cosa in sé non ha niente di speciale se non che mia mamma e tutto il parentado sambenedettese non si limitava a dire "dëmaténë" ma solo apparentemente rafforzava il concetto dicendo "dëmaténë a maténë", con ciò svelando che in realtà "dëmaténë" significasse semplicemente "domani"...

🤷🏽‍♂️


#SanBenedettodelTronto #dialetto #sambenedettese

Frammenti della mia filosofia - 82 - Chesterton, la famiglia viene prima della legge e dello stato.

Si può dire che l'istituzione della casa è l'unica istituzione anarchica. Vale a dire, è più antica della legge e si trova al di fuori dello Stato. Per sua natura è rinnovata o corrotta dalle forze indefinibili della consuetudine o dei rapporti di parentela. Questo non significa che lo Stato non abbia alcuna autorità sulle famiglie; l'autorità dello Stato è invocata e dovrebbe essere invocata in molti casi anomali. Ma nella maggior parte dei casi normali di gioie e dolori familiari, lo Stato non ha modo di entrare. Non è tanto che la legge non debba interferire, quanto che non possa farlo. Come ci sono campi troppo lontani per la legge, così ci sono campi troppo vicini; come un uomo può vedere il Polo Nord prima di vedere la propria spina dorsale. Le questioni piccole e vicine sfuggono al controllo almeno quanto quelle vaste e lontane; e i dolori e i piaceri reali della famiglia ne sono un esempio lampante. Se un bambino piange per la luna, il poliziotto non può procurargliela, ma non può nemmeno fermare il bambino. Creature così vicine l'una all'altra come marito e moglie, o una madre e i figli, hanno il potere di rendersi felici o infelici l'un l'altro che nessuna coercizione pubblica può affrontare. Se un matrimonio potesse essere sciolto ogni mattina, non restituirebbe il riposo notturno a un uomo tenuto sveglio da una ramanzina; e a cosa serve dare molto potere a un uomo che vuole solo un po' di pace? Il bambino deve dipendere dalla madre più imperfetta; la madre può essere devota ai figli più indegni; in questi rapporti le vendette legali sono vane. Anche nei casi anormali in cui la legge può operare, si riscontra costantemente questa difficoltà, come sanno molti magistrati sconcertati. Deve salvare i bambini dalla fame togliendo loro la persona che porta il pane in famiglia. E spesso deve spezzare il cuore di una moglie perché il marito le ha già rotto la testa. Lo Stato non dispone di uno strumento abbastanza delicato per sradicare le abitudini radicate e gli affetti intricati della famiglia; i due sessi, felici o infelici che siano, sono incollati troppo strettamente perché si possa infilare tra loro la lama di un coltellino legale. L'uomo e la donna sono una sola carne - sì, anche quando non sono un solo spirito. L'uomo è un quadrupede.


Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo.

Qui, amici, Chesterton rimette a posto una serie di cose che oggi sono sempre più labili. Sempre più oggi si ritiene che la famiglia debba essere controllata dallo stato perché in fondo la si considera un ambiente pernicioso e pericoloso, e che lo stato sappia sempre come fare e che quello che fa sia sempre giusto (sia a destra che a sinistra, penoso). La mia esperienza professionale e di uomo mi dice che questa è la tendenza anche culturale odierna, e che invece, come ci fa capire Chesterton, le cose fondamentalmente non stanno così. Dovremmo aprire tutti i giorni gli occhi quando la burocrazia ci fa credere che le sue sono le uniche soluzioni possibili, e che lo stato può sistemare tutto, perché non è così. La famiglia è l'unica istituzione anarchica perché è più antica della legge ed è fuori dallo stato (che mi ostino a scrivere con la minuscola).





mercoledì 18 giugno 2025

Tutta la mia stima a papa Sisto V.




A Loreto c'è un monumento dedicato a Papa Sisto V (nato a Grottammare e cresciuto a Montalto nelle Marche). Sta sulla scalinata che conduce al sagrato della Basilica della Santa Casa.

Fu progettato da Antonio Calcagni e realizzato dallo stesso assieme a Tiburzio Vergelli nel 1587. È di bronzo. Fu pagato dagli otto cardinali marchigiani nominati da Sisto V. Gente di buon cuore.

È posto su un basamento marmoreo ottagonale, e su ogni lato c'è un fregio, una formella o una statua.

Sul lato sinistro del basamento guardando la chiesa c'è questa formella alla cui base c'è una scritta in lingua latina:

S U S C I T A R E   N U L L U S   A U D E B I T

È parte di un versetto della Bibbia, precisamente dell'Antico Testamento. Nel libro dei Numeri si legge della profezia di Balaam, l'indovino non ebreo anzi moabita che benedice il popolo d'Israele, la stirpe di Giacobbe, anziché maledirla, come richiesto dal re Balak.

Il versetto è parte di un capitolo, il ventiquattresimo, in cui appunto Balaam benedice, cioè dice bene degli israeliti, ispirato da Dio pur non essendo un israelita:



Accubans dormivit ut leo, et quasi leaena, quam suscitare nullus audebit. Qui benedixerit tibi, erit et ipse benedictus: qui maledixerit, in maledictione reputabitur.

Numeri 24, 9.

Qui sotto una mia traduzione.

Si è accovacciato come un leone e come una leonessa, che nessuno oserà svegliare. Chi ti avrà benedetto sarà benedetto: chi ti avrà maledetto sarà considerato maledetto.

Numeri 24, 9.

Papa Sisto, il papa tosto, che nessuno osava svegliare, come il leone evocato da Balaam. Si vede era proprio così. Mi piace molto quest'idea di forza e di giustizia rappresentata nella Bibbia e ripresa dall'arte per lodare un uomo giusto. Lo stemma papale di Sisto V era infatti un leone rampante, che invece in quest'immagine abbraccia un monte a tre cime (del tipo effigiato negli stemmi dei Monti di Pietà).

martedì 10 giugno 2025

Sarò contento di incontrare tutti i miei più cari "personaggi"...

Ma almeno questo è parte di ciò che Dickens intendeva dire: che il cameratismo e la gioia seria non sono intermezzi nel nostro viaggio, ma che piuttosto i nostri viaggi sono intermezzi di amicizia e gioia, che grazie a Dio dureranno per sempre. La locanda non indica la strada, ma la strada indica la locanda. E tutte le strade puntano infine a una locanda finale, dove incontreremo Dickens e tutti i suoi personaggi; e quando berremo di nuovo sarà dai grandi boccali della taverna alla fine del mondo.

Gilbert Keith Chesterton, Charles Dickens.

lunedì 2 giugno 2025

Frammenti della mia filosofia - 81 - Chesterton: "La moralità è cominciata dicendo: 'non dobbiamo batterci nel luogo sacro'".

Le teorie del contratto sociale nate nel XVIII secolo sono state criticate in modo troppo maldestro nel nostro tempo; nella misura in cui affermavano che, dietro ogni governo storico, c’è un’idea di consenso e di cooperazione, tali teorie erano manifestamente giuste. Ma quando suggerivano che l’uomo ha sempre aspirato all’ordine o all’etica per mezzo di un consapevole scambio di interessi reciproci, erano di gran lunga sbagliate. La moralità non è cominciata con un uomo che diceva a un altro: «Non ti picchierò se non mi picchierai»; non c’è traccia di un simile accordo. Esiste, invece, la testimonianza che entrambi gli uomini dicessero: «Non dobbiamo batterci a vicenda nel luogo sacro». Conquistarono la moralità salvando la religione. Non aspiravano al coraggio. Combattevano per difendere il santuario e scoprirono di essere diventati coraggiosi. Non coltivavano la purezza. Si purificavano per l’altare e scoprirono di essere puri. La storia degli ebrei è l’unico documento dell’antichità che la maggior parte degli inglesi conosce, ed è sufficiente per poter giudicare i fatti. I Dieci Comandamenti, che sono stati riconosciuti sostanzialmente comuni all’umanità, erano dei semplici comandi militari, un codice di ordini marziali emanato per proteggere una certa arca attraverso un certo deserto. L ’anarchia era un male perché metteva in pericolo la santità. E solo quando istituirono un giorno sacro dedicato a Dio scoprirono di avere creato un giorno di festa per l’uomo.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.

mercoledì 28 maggio 2025

A Nigthingale Sang in Berkeley Square, ancora una volta.

Vi ripropongo questa bella canzone interpretata dai Manhattan Transfer. Sotto ci sono le parole.

Rappresenta tante cose belle e pulite, "i buoni sentimenti" di cui spesso parlava mia moglie. Tutte cose già dette e ridette, ma proprio oggi ho voglia di riproporla.

Anche oggi, così, per gusto.

A me piace sempre.

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That certain night, the night we metThere was magic abroad in the airThere were angels dining at the RitzAnd a nightingale sang in Berkeley Square

I may be right, I may be wrongBut I'm perfectly willing to swearThat when you turned and smiled at meA nightingale sang in Berkeley Square
The moon that lingered over London townPoor puzzled moon, he wore a frownHow could he know we two were so in loveThe whole darned world seemed upside down
The streets of town were paved with starsIt was such a romantic affairAnd as we kissed and said good nightA nightingale sang in Berkley Square.
(mia traduzione: Quella certa sera, la sera in cui ci siamo incontrati / C'era magia nell'aria / C'erano angeli a cena al Ritz / E un usignolo cantava a Berkeley Square / Potrei essere nel giusto, potrei essere nel torto / ma sono fermamente disposto a giurare / che quando ti sei girata e mi hai sorriso / Un usignolo ha cantato a Berkeley Square/  La luna che indugiava sulla città di Londra / Povera luna perplessa, aveva un'espressione imbronciata / Come poteva sapere che noi due eravamo così innamorati / Tutto il maledetto mondo sembrava sottosopra / Le strade della città erano lastricate di stelle / Era una storia così romantica / E mentre ci davamo un bacio e ci davamo la buonanotte / Un usignolo cantava a Berkley Square).


mercoledì 7 maggio 2025

giovedì 1 maggio 2025

Un passo fuori moda della Bibbia ma non cancellato.

È un altro modo di pensare, che ha funzionato sempre. Non funziona da quando il mondo è stato messo in subbuglio.

***

Mulieres viris suis subditæ sint, sicut Domino: quoniam vir caput est mulieris, sicut Christus caput est Ecclesiæ: ipse, salvator corporis ejus. Sed sicut Ecclesia subjecta est Christo, ita et mulieres viris suis in omnibus. Viri, diligite uxores vestras, sicut et Christus dilexit Ecclesiam, et seipsum tradidit pro ea, ut illam sanctificaret, mundans lavacro aquæ in verbo vitæ, ut exhiberet ipse sibi gloriosam Ecclesiam, non habentem maculam, aut rugam, aut aliquid hujusmodi, sed ut sit sancta et immaculata. Ita et viri debent diligere uxores suas ut corpora sua. Qui suam uxorem diligit, seipsum diligit. Nemo enim umquam carnem suam odio habuit: sed nutrit et fovet eam, sicut et Christus Ecclesiam: quia membra sumus corporis ejus, de carne ejus et de ossibus ejus. Propter hoc relinquet homo patrem et matrem suam, et adhaerebit uxori suae, et erunt duo in carne una. Sacramentum hoc magnum est, ego autem dico in Christo et in Ecclesia. Verumtamen et vos singuli, unusquisque uxorem suam sicut seipsum diligat: uxor autem timeat virum suum.

(ad Ephesios 5,22-28)

Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne solaQuesto mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.

(Efesini 5, 22 - 33)

Gilbert Keith Chesterton e sua moglie Frances Blogg


domenica 27 aprile 2025

Chi vuol vedere segni, deve dare tutto! Il video del Chesterton Gala 2025. Una bellissima cosa.

 

Hilaire Belloc tesse le lodi della poesia Lepanto di Chesterton alla sua maniera...

Quello viene da Lepanto, ed è un suono di tromba! Ma in effetti tutta quella poesia, Lepanto, non è solo il culmine del successo di Chesterton in versi, ma il culmine dei versi retorici più alti di tutta la nostra generazione. L'ho detto così spesso che sono quasi stanco di ripeterlo, ma devo continuare a dirlo. Coloro che non vedono il valore di Lepanto sono mezzi morti. Che rimangano così.

Hilaire Belloc, On the place of Gilbert Keith Chesterton in English Literature.




Ecco Belloc in piedi al centro a Brighton
per una conferenza, sempre carico,
sempre incacchiato come una biscia
(fatemelo dire come lo so)...


sabato 26 aprile 2025

Mi fisso - L'uomo, la più terribile delle bestie...

Noi ci facciamo i nostri amici; ci facciamo i nostri nemici; ma Dio fa il nostro vicino della porta accanto. Per questo egli ci appare rivestito di tutti gli incuranti terrori della natura; è strano come le stelle, sconsiderato e indifferente come la pioggia. Egli è l'Uomo, la più terribile delle bestie. Per questo le antiche religioni e l'antico linguaggio delle Sacre Scritture mostrarono una così acuta saggezza quando parlarono, non del dovere di ciascuno verso l'umanità, ma del dovere di ciascuno verso il suo vicino.

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.



Un bel ricordo dell'infanzia. Musica bella.

 


Non sapevo che questo brano, A Taste of Honey, fosse stato suonato anche dai Tijuana Brass, e nemmeno sapevo l'esistenza di questo gruppo negli anni Sessanta. La versione più famosa, la  sigla del programma radiofonico Tutto il calcio minuto per minuto, è proprio la loro. Che flash di gioventù!

Ci sono arrivato cercando notizie su Herb Alpert, quel giovanotto che dirige tutta la faccenda e che un paio di mesi fa ho scoperto che ha compiuto novant'anni. Ero curioso perché una volta l'avevo visto in un altro video, lui che presentava un grande, cioè Wes Montgomery, che suonava Windy in una versione a mio giudizio bellissima:




Aggiornamento del 22 giugno 2025:

Felice è colui che ama ancora ciò che amava all'asilo: non è stato spezzato in due dal tempo; non sono due uomini, ma uno solo, ed ha salvato non solo la sua anima ma la sua vita.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 26 Settembre 1908.

venerdì 25 aprile 2025

San Marco, auguri ai miei sodali e a me!

 


Frammenti della mia filosofia - 80 - Chesterton, l'umiltà come arte lussuosa di ridursi a un punto.

L'umiltà è l'arte lussuosa di ridursi a un punto, non a una cosa piccola o grande, ma a una cosa che non ha alcuna dimensione, in modo che per essa tutte le cose cosmiche siano ciò che sono realmente, di una statura incommensurabile.

Gilbert Keith Chesterton, L'imputato.




domenica 20 aprile 2025

Frammenti della mia filosofia - 79 - Chesterton, ritualista: indossare il cuore sulla manica.

Il ritualismo attirerà sempre gran parte dell'umanità sana, semplicemente perché il ritualismo è indossare il cuore sulla manica (1), una pratica eccellente. Dice in sostanza: "Indossate il vostro cuore sulla manica; portatelo blasonato in cremisi e ricamato in oro. Scatenatevi in canti e colori come fanno gli innamorati. Lasciate che gli altri fingano una delicatezza disumana e un silenzio piuttosto sofisticato. Gridiamo come fanno i bambini quando hanno trovato davvero qualcosa. Facciamo suonare trombe e accendiamo candele davanti alla cosa che abbiamo, per dimostrare almeno che l'abbiamo. E che mantengano un silenzio decoroso e un comportamento moderato, che alzino un muro di pietra e stendano un velo di mistero su qualcosa che non hanno affatto".

Gilbert Keith Chesterton, The Illustrated London News, 28 luglio 1906.


(1) "Indossare il vostro cuore sulla manica" (to wear your heart on your sleeve) è un modo di dire della lingua inglese che indica il mostrare apertamente i propri sentimenti.




venerdì 11 aprile 2025

Oggi ho ritrovato un pensiero che scrissi qualche anno fa...

«Oggi 18 settembre 2020 sono tornato al Tribunale di Teramo. Ho rivisto alcuni colleghi che mi hanno accolto con molto affetto, in particolare F. T. e P. S.. Mi sono fermato a parlare con loro e, anche se la pensano diversamente da me, ho piacere di incontrarli visto che sono sempre gentili con me. Ho incontrato anche l’addetto alla stenotipia (...) che mi ha salutato e mi ha detto lieto: “Ho piacere di rivederti, Avvocato!“ E io gli ho risposto: "anch’io!" Sono state cose che mi hanno fatto molto piacere.


Oggi all’uscita dell’autostrada di ritorno da Teramo mi sono ricordato che qui vicino c’è Contrada Isola, un pezzo di terreno abruzzese rimasto attaccato alla sponda marchigiana del Tronto a seguito di un’opera che regolò il corso del fiume ai primi del ‘900; oggi è ancora un pezzo di Abruzzo di là dal Tronto, una sorta di exclave abruzzese nelle Marche. Dal punto di vista amministrativo è un pezzo del comune di Colonnella ma ha il prefisso telefonico di San Benedetto del Tronto, come pure da lì parte il postino... Ricordo che ci ero venuto con R. (...) quando dovevamo fondare la Scuola (...). Allora andammo in giro io e R. con la sua Vespa a cercare gli esatti confini tra le due regioni e a vedere se c’era un posticino per noi, poi lasciammo perdere. Però è molto divertente».

giovedì 20 marzo 2025

Doroteo di Gaza: l’essere al di sotto di tutti e il pregare sempre si oppongono alla superbia.

Una parola da Doroteo di Gaza sull'umiltà e su come la si ottiene: 

"(…) l'essere al di sotto di tutti (…) si oppone alla prima superbia (considerare un niente il fratello, ndr): giacché come può considerarsi superiore al proprio fratello o inorgoglirsi in qualche cosa o rimproverare o disprezzare qualcuno, colui che si considera al di sotto di tutti? Ugualmente, anche il pregare continuamente, è chiaro perché si oppone alla seconda superbia (insuperbirsi contro Dio e ascrivere a sé e non a Dio i propri successi, ndr). È evidente, infatti, che la persona umile e pia, conoscendo che nessuna cosa buona può riuscire dall'anima senza l'aiuto e la protezione di Dio, non cessa di pregare Dio ininterrottamente perché le faccia misericordia. E chi prega Dio continuamente, se è fatto degno di riuscire bene in qualche cosa, sa bene donde ne ha avuto la capacità e non può inorgoglirsi né ascriverlo alla propria abilità, ma ascrive a Dio ogni successo e a lui rende sempre grazie e sempre lo invoca, tremando di decadere da un tale aiuto, e che si manifesti la sua debolezza e la sua impotenza. E cosí grazie all'umiltà, prega, e grazie alla preghiera si umilia, e quanto piú riesce, sempre piú si umilia, e quanto più si umilia, più riceve aiuto e avanza per la sua umiltà".

Doroteo di Gaza, Insegnamenti spirituali, 38.