Rëbbëvéssë: risuscitare, rinascere, per estensione di chi si ricrea tanto da sembrare nato nuovamente.
L'etimologia? È qua che vi volevo! La sto cercando da anni, ma non sono mai riuscito a formularla in alcun modo. Se qualcuno dovesse saperla o scoprirla, lo accoglierò a braccia aperte.
Molto usato a San Benedetto, ma anche nella Vallata del Tronto, a quanto pare.
È un termine talmente lontano dai suoi significati italiani che tutte le volte che lo sento mi suscita grande ilarità e contentezza. Il suono stesso provoca allegria, una specie di muggito, qualcosa di rustico e positivo, beneaugurante e allegro.
Ho un bellissimo ricordo della mia infanzia, nell'epoca in cui non si mandavano prosaici sms ma poeticissime cartoline illustrate. Io ero molto piccolo, sapevo appena leggere. Arrivò una cartolina da Chianciano Terme; zio Tonino, fantasista eclettico in quanto veterinario, pittore e fondamentalmente uomo di spettacolo (bastava stare con lui e ci si divertiva), era andato a fare le terme e dall'amena località toscana ci inviò il seguente testo:
Un saluto a tutti, rinfrancati e ribbeviti
Per un bambino piccolo come me, di sei o sette anni, vedere scritta una parola in dialetto su una cartolina era di per sé un motivo di riso notevole. La stessa scrittura, un vago elegante corsivetto, era di per sé ridanciana. Ancora adesso ci ripenso e rido...
Buongiorno Avvocato,
RispondiEliminanon so se ricorda, mangiammo delle ottime rotelle al sugo energetico all'ombra del meraviglioso monte Vettore.
Mi permetto di dare un contributo al suo quesito sull'etimologia della parola "ribbevito", che come da lei specificato è utilizzato anche nella vallata del tronto fino alla cittadina di Ascoli Piceno, con un mio ricordo che ha suscitato la lettura del suo blog.
I miei cari genitori venivano in vacanza nel mese di luglio nella sua San Benedetto e lasciavano a me il compito di innaffiare le piante di basilico piantate sul balcone di casa (lei conosce l'importanza del basilico per noi ascolani nell'attesa della festa del 5 agosto di Sant'Emidio) una volta preso dai miei mille impegni ho scordato questo incarico per qualche giorno tanto che arrivato di corsa sul balcone le piante erano tutte rinsecchite le foglie accartocciate, allora le ho innaffiate gli ho dato da bere con molta speranza tanto che il giorno, con mia grande felicità, erano tutte belle e rigogliose !!!
Ecco il mio umile contributo, ribadisco basato sulle esperienze vissute e non su studi lettetrali, protende la risoluzione del suo quesito sul verbo BERE.
AHAHAH Caro Marco la lettura del tuo blog mi ha stimolato ....Sappi che ti penso sempre, ti mando il mio abbraccio più forte per queste sante feste. A presto Pietro.
Sei un grande!!! Ti ricordi anche tu delle rotelline ad Astorara! E chi se lo può scordare? Ho delle novità sul ribbevirsi che presto comunicherò al mondo... Ti abbraccio, fratello!!! Tanti auguri anche a te!!!
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