martedì 1 luglio 2014

Ricordi di gioventù... gelata!





Ieri sono stato a Grottammare per lavoro. Sono andato in bicicletta e di ritorno, passando per le belle viette che arrivano al lungomare, mi sono imbattuto nella Gelateria Camelli.

Ci ho pensato un attimo e poi sono entrato: mi sono guardato intorno e ho cercato il gelato al pistacchio. C'era! In verità ce n'erano tanti che immagino buonissimi. Ho chiesto alla signorina se mi dava un cono piccolino al pistacchio e fiordilatte. Ho preso il mio gelatino e ho pedalato verso casa.

Una volta la gelateria Camelli (o meglio di Agostino, che mio padre chiamava simpaticamente "Usti'") era in piazza, quando io ero piccolino: era consuetudine di babbo e mamma portare mio fratello e me in macchina a prendere il gelato da Agostino. Arrivavamo là, io piccolissimo (tre, quattro, cinque anni) guardavo in alto al bancone, vedevo quest'omino lì dietro e chiedevo il mio gelatino: pistacchio sempre, poi il resto cambiava. Alle spalle c'erano bicchieroni di vetro, davanti coni e conetti di varie dimensioni, palettine e cose varie. 

Mamma e babbo ci compravano sempre quello più piccolo che all'epoca era da cinquanta lire, ma poi Agostino ce lo dava sempre più grande, ed era fisso il commento di noi bimbi su quanto fosse grande il proprio gelato, su quanto fosse bravo Agostino a farlo e generoso nel riempire il conetto. Babbo e mamma partecipavano alla nostra discussione.

Dicevamo sempre con grande soddisfazione: "Visto? È da cinquanta ma Agostino ce lo ha fatto da cento!". Non so se fosse una predilezione riservata a noi, però la cosa ci faceva piacere, ci rallegrava al di là della semplice quantità del gelato. Eravamo contenti solo del fatto che Agostino ce ne desse un po' di più.

Mio fratello, fissato con la cioccolata, al termine del nostro "esercizio sportivo", indossava sempre orgogliosamente un bel paio di baffi di color - appunto - cioccolata, un po' alla Errol Flynn. Io ero invece sistematico con il pistacchio, che praticamente ho riprovato solo ieri da quell'epoca. 

È uguale! Che soddisfazione...

Sono stato molto contento di essere tornato in quella gelateria, anche se è in un altro posto e sono passati più di quarant'anni. Ho pensato a quanto eravamo contenti e quanto piccole fossero le cose che ci rendevano tali, e che in fondo in questo non sono cambiato.

Grazie, Dio!

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Aggiornamento del 17 Settembre 2021:

Felice è colui che ama ancora ciò che amava all'asilo: non è stato spezzato in due dal tempo; non sono due uomini, ma uno solo, ed ha salvato non solo la sua anima ma la sua vita.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 26 Settembre 1908.

E, qui giunto, mi commuovo contento!

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