martedì 26 maggio 2009

Colmiamo un vuoto clamoroso in rete: qualche riga e due foto su mons. Francesco Sciocchetti, eroe del cattolicesimo a tutto tondo sambendettese.

Il varo del San Marco, primo peschereccio a motore d'Italia, ideato da mons. Francesco Sciocchetti (che è visibile sotto la barca con i bambini davanti, che grande!!! Guardate il popolo!) - San Benedetto del Tronto, 1912.
Quest'uomo è stato un grande. Il popolo lo ha visceralemente amato, solo invidiosi e massoni lo hanno avversato. In rete non ho trovato una sola foto di questo grande sambenedettese, che vorrei a Dio piacendo imitare. Allora ce le metto io, due foto. Metto anche un breve profilo scritto dall'amico Pietro Pompei, nella speranza anzi nella certezza che chi leggerà, poi si entusiasmerà alla grande. Evviva lu Curate de la Maréne! Che Dio lo abbia in gloria!!! La figura e l’opera di don Francesco Sciocchetti
Don Francesco Sciocchetti nacque a Ripatransone il 15 settembre 1863, ed è morto a S.Francisco di California (USA) il 3 maggio 1946. Aveva avuto il permesso di indossare l’abito ecclesiale già nel 1874. Celebrò la prima messa a Loreto il 20 giugno 1886. La sua venuta a S.Benedetto fu originata da un moto incoercibile di altruismo e di carità: scoppiata nell’estate un’epidemia colerica, che causò in tre mesi ben 179 morti, il giovane sacerdote ripano si offrì volontariamente per l’assistenza ai colerosi. Cessato il colera, fu nominato prebendario della cattedrale di Ripa. Tornò come economo a S.Maria della Marina l’8 luglio 1887; e il 31 dicembre 1889 vi fu nominato definitivamente parroco. Da subito affrontò il lavoro pastorale con un’azione concertata sul versante spirituale e sul versante sociale. Nel 1891 fondò una prima associazione giovanile, quella dei “Luigini”, fatta di chierichetti e cantori, in coincidenza con il centenario di S.Luigi Conzaga: di essa fece parte anche Giacomino Bruni, oggi Venerabile Padre Giovanni dello Spirito Santo, le cui spoglie mortali riposano presso la chiesa abbaziale del Paese Alto. Nel 1893 fondò la Società di S.Giuseppe, che fu il nucleo originario e l’asse portante delle sue molteplici realizzazioni sociali, e che raggiunse ben presto i 400 iscritti . Era una associazione di mutuo soccorso, che aveva per motto “Religione, Lavoro, Risparmio” ed intendeva promuovere la cooperazione tra contadini ed operai. Altre iniziative furono quelle d’una specifica “Società operaia” ( 1896 ); d’un magazzino sociale, realizzato nel 1898 come cooperativa di consumo; d’una cassa rurale, fondata nel 1902; d’una cooperativa fra pescatori messa in piedi con l’aiuto dei murriani ( la “Società per la pesca” del 1902); d’una “ Società femminile di mutuo soccorso Madonna del Rosario”, sempre del 1902. Questa molteplice attività non poteva passare inosservata; cominciarono ben presto gli attacchi contro tutto quanto il “Curato” andava realizzando. Nel 1897 avvenne un altro fatto assai doloroso: l’alluvione del 6 luglio, che procurò danni ingentissimi alle colture, alla viabilità, ai caseggiati della marina, procurando anche quattro morti. Il parroco Sciocchetti s’adoperò per il bene della sua gente come nei giorni della infezione colerica e s’ebbe un solenne encomio pubblico dal Prefetto di Ascoli Piceno e dal Sindaco di S.Benedetto. Per venire incontro alla fame autentica della sua gente allestì una cucina popolare quotidiana per i più poveri. Per risparmiare sulle spese “raccoglie combustibili, ed anche le bucce e i semi di pomodori dalla fabbrica per conserve iniziata da lui, e unisce i detriti che il mare getta sulla spiaggia dopo la burrasca e ne fa delle mattonelle”: si tratta de “la cioschie”, combustibile a nessun prezzo. E nel “magazzino sociale” da poco aperto, dava al prezzo di costo i generi di prima necessità. La vecchia chiesa della Madonna della Marina, nei pressi del vecchio palazzo comunale, resa pericolante dalla furia delle acque, fu demolita nel maggio del 1899; la parrocchia dovette trasferirsi nella vicina chiesa di S.Giuseppe, inadeguata ai bisogni. Don Sciocchetti pose allora energicamente mano alla costruzione della nuova chiesa, di cui c’erano il progetto e poco più delle fondamenta, e in pochi anni di lavoro indefesso giunse all’inaugurazione, il 4 aprile 1908, dell’attuale Chiesa della Madonna della Marina, oggi Cattedrale. Si rese conto ben presto dell’urgenza d’una stampa cattolica per informare ed educare la gente, ma anche per rintuzzare gli attacchi ingiusti e polemizzare in nome della verità, senza paura. Nel 1898, in via XX Settembre, aprì la libreria “S.Giuseppe”, affidandone la gestione al fratello Andrea, e vi impiantò una tipografia con “moderno macchinario a forza elettrica”. Aveva in animo di stamparvi un periodico cattolico. Cominciò nel 1902 con la stampa del mensile La pesca che fu il bollettino della Società da lui fondata, passò poi ad un vero e proprio quindicinale di battaglia: L’operaio, che iniziò le sue pubblicazioni il 1 gennaio 1905. Ed è soprattutto negli articoli di fondo e di spalla in prima pagina che si rivela il “genio” del Curato e l’impostazione del giornale, diventato ben presto settimanale, pensato e scritto per l’evangelizzazione e la coscientizzazione sociale della sua gente; contadini pescatori operai. Un settore al quale dedicò grande attenzione fu quello dell’ emigrazione, in seguito alla crisi marinaresca del 1905-1906, suggerendo di aprire presso ogni parrocchia un Ufficio d’emigrazione. Il 1912 fu per don Sciocchetti particolarmente gratificante: scese in mare il S.Marco, un “portapesce”, e cioè il “primo battello peschereccio con motore ausiliario varato in Italia, nel maggio 1912, su concezione di mons. cav. Francesco Sciocchetti”. Per questa sua geniale innovazione il Curato fu premiato con medaglia d’oro dal Ministero dei Lavori Pubblici. Durante il periodo della prima guerra mondiale, don Francesco allestì di nuovo una cucina popolare per dare minestra e pane a circa duecento bambini, figli di richiamati alle armi, e ai molti profughi del Veneto che fuggirono a S.Benedetto; aprì un ufficio per la spedizione dei pacchi ai prigionieri; attivò una singolare “scarperia”. Il soccorso ai poveri fu ancor più intensificato durante l’epidemia influenzale della spagnola.. Accanto a queste attività assistenziali, c’erano da sempre, quelle educative: l’oratorio e il catechismo a settecento ragazzi ogni domenica divisi in quaranta classi; il circolo giovanile con scuola di ginnastica e attività ricreative; accademie musicali e letterarie, drammi e melodrammi al teatro “ Virtus” poi diventato “S.Giovanni Bosco”; un cinematografo per le famiglie; scuole serali, animate dal fratello pittore don Luigi, per apprendisti artigiani; laboratorio per le ragazze. Era un mondo nel mondo. Giustamente si dava di lui questo giudizio riepilogativo: “ Sotto la direzione paterna del Curato si viveva in letizia. Uomo dinamico, animatore, precursore dei tempi nuovi, se avesse avuto possibilità, avrebbe voluto di questo lembo di terra farne un paradiso terrestre. Noi siamo stati immeritevoli d’averlo con noi sino alla fine”. “Sino alla fine” il Curato non riuscì proprio a rimanere. Era veramente stanco. Il 13 aprile 1920 se ne “fuggì” dalla sua S. Benedetto, dopo trentadue anni di faticosa e geniale attività pastorale. Andò prima ad Assisi e dopo un breve ritorno a S. Benedetto, decise definitivamente di raggiungere (il 30 settembre 1921) i fratelli, tra cui don Luigi, a S. Francisco in California. Qui morì il 3 maggio 1946. 

(A cura di P. Pompei: Notizie tratte dal libro “Il Movimento cattolico a S.Benedetto del Tronto, Ripatransone e Montalto Marche tra Ottocento e Novecento” di Mons. G. Chiaretti).

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Aggiornamento del 19 Settembre 2021:

Nel frattempo i miei figli ed i loro amici hanno preso in mano la torcia della tradizione ed hanno fatto questo bel podcast in ricordo del grande don Francesco Sciocchetti, prete d'altri tempi, uomo magnanimo e di grandissima inventiva. Sono contento. La torcia non è spenta.



giovedì 14 maggio 2009

Uniamoci tutti nella Novena a Maria Ausiliatrice per la Scuola Media Libera "G. K. Chesterton"!


Quella che vedete è la statua che Gilbert e Frances Chesterton donarono
alla loro parrocchia di Santa Teresa del Bambin Gesù a Beaconsfield,
il paesino del Buckinghamshire (Inghilterra) dove abitarono per quasi tutta la loro vita insieme


Carissimi amici,


il Mese di Maggio ci vede impegnati nella recita quotidiana del Santo Rosario nelle nostre case, nelle nostre chiese e nei nostri gruppi.
Vogliamo invitarvi ad inserire al termine della recita del Rosario la Novena alla Beata Vergine Maria Ausiliatrice che si festeggia il 24 maggio. Questa festa, così cara al nostro amico San Giovanni Bosco, ci offre l'occasione per implorare con rinnovato ardore la grazia per la definitiva realizzazione dell'opera educativa che la cooperativa Capitani Coraggiosi ha messo in atto: la Scuola Media Libera "Gilbert Keith Chesterton".
Il progetto è assai più ampio e prevede la realizzazione di un complesso polisportivo e scolastico (con scuola media e superiore) e per far questo abbiamo bisogno di trovare il terreno dove realizzarlo e soprattutto di molte risorse economiche e umane.
Noi siamo certi che quello che stiamo facendo è buono e giusto (stiamo rispondendo all'appello del Papa Benedetto XVI, il Vicario di Cristo, il dolce Cristo in Terra come disse Santa Caterina da Siena, per porre rimedio all'emergenza educativa). Però "se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori". E ancora: "Senza di me non potete fare nulla", dice Gesù.

Vi chiediamo di sostenere e collaborare, ognuno come può, a quest'opera per la cara gioventù alla quale san Giovanni Bosco dedicò tutta la sua vita e le sue energie.

Per questo motivo affidiamo a Maria Ausiliatrice questa intenzione particolare e vi inviamo lo schema della Novena in suo onore da recitare al termine del Santo Rosario per nove giorni:

dal 15 maggio al 23 maggio:
- 3 Pater, Ave, Gloria al Santissimo Sacramento con la giaculatoria:
Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento
- 3 Salve o Regina con la giaculatoria:
Maria, Aiuto dei Cristiani, prega per noi


Il 24 maggio festa della Beata Vergine Maria Ausiliatrice, sempre al termine del Rosario, si recita la preghiera in suo onore composta da san Giovanni Bosco:

O Maria, Vergine potente,
Tu grande illustre presidio della Chiesa;
Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
Tu terribile come esercito schierato a battaglia;
Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
difendici dal nemico e nell'ora della morte
accogli l'anima nostra in Paradiso!
Amen



CONSIGLIO DI SAN GIOVANNI BOSCO

Per essere cari a Maria Ausiliatrice, bisogna accostarsi con frequenza ai Sacramenti, ricevere il più sovente possibile la Santa Comunione, partecipare alla Messa e COMPIERE OPERE DI CARITA' (preferibilmente a favore della gioventù) in onore di Gesù, perché al Signore piace che si pratichi la carità!

mercoledì 13 maggio 2009

Eric Liddell, un grande.

Eric Liddell, una delle figure tinteggiate dal bellissimo film "Momenti di Gloria", è stato un vero eroe dello sport scozzese. 
Fu ala della Nazionale Scozzese di Rugby Union (il rugby a 15), e fece del suo attaccamento a Dio la forza della sua vita. Vinse una medaglia alle Olimpiadi di Parigi del 1924 (è questo che racconta il film). 
Fu anche missionario della Chiesa Presibiteriana (se fosse stato cattolico sarebbe stato troppo per me!). Morì in missione in Cina durante la Seconda Guerra Mondiale prigioniero dei giapponesi e malato di tumore. 
 La storia e il film sono bellissimi, la musica è di Vangelis, compositore greco, ed è bellissima e notissima. 
Insomma, una cosa da non perdere. 
Chariots of Fire, il titolo originale, cioè Carri di Fuoco. Una visione biblica contenuta in una poesia di William Blake. Bello.

Qui una delle scene che lo riguardano, in versione originale e in lingua italiana.


Momenti di Gloria (1981) - Una delle scene più belle.

E' proprio bella questa scena. Mi riferisco alla scena del Certame di Caius. Anzi, è proprio bellissima!

Vorrei che la nostra scuola (la Scuola Media Libera "G. K. Chesterton") fosse anche un pochino così, che desse ai giovani la possibilità di misurarsi con il meglio di sé, con quel sano entusiasmo che è di ogni vera età giovanile.

Io vorrei costruirla proprio così, la scuola: un bel cortile, con un campanile che segna le ore e ci ricorda la nostra appartenenza ed identità. Magari il cortile lo vorrei con un bel prato, così ci può sempre scappare una bella partitella di rugby, uno sport da uomini...
Poi c'è una scena altrettanto bella: la festa celtica con la corsa dei bambini con Eric Liddell, un grande!

Perché no? Perché appiattirsi sulle convenienze politicamente e socialmente corrette? Tutto questo è possibile, se lo desideriamo, perché è un desiderio bello e il Padre Eterno ama i desideri belli e gli uomini che li hanno nel cuore.



Aggiornamento del 20 Settembre 2022:

la scena del Certame di Caius a casa mia c'è una persona che in età infantile la chiamava "i peppi" (=i cappelli nel bambinese sermariniano)...