domenica 18 gennaio 2009

venerdì 16 gennaio 2009

Carlos Nunez - Aires de Pontevedra, inno panceltico, bellissimo! - Mi fisso di brutto, è bellissimo.


Carlos Nunez con i Dan ar Braz in un vecchi concerto, si esibiscono in Aires de Pontevedra, una specie di splendido inno panceltico!

mercoledì 14 gennaio 2009

Tre acri e una mucca


Questa vignetta di Gilbert Keith Chesterton è il simbolo del distributismo, una teoria sulla quale dovremmo oggi riflettere molto, in questo momento di crisi economica e non solo economica.
Ne riparleremo.

domenica 11 gennaio 2009

da Sambenedettoggi.it del 30.05.2007: uno dei miei pittori preferiti, Alfred Chatelain

Chatelain, la memoria impressionista di San Benedetto

Chatelain, la memoria impressionista di San Benedetto - Riviera Oggi
↑ Muriel Gouge, pronipote del pittore Alfred Chatelain, a San Benedetto

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Chi ama questa città, chi ama la storia, chi ama l’arte, deve segnarsi questo appuntamento: sabato due giugno, ore 17, via Venti Settembre, pochi metri dopo la chiesa di San Giuseppe.

L’evento è “Immagini ed emozioni, incontro con i discendenti dell’artista che si innamorò di San Benedetto del Tronto”. Ci sarà il duo di musica tradizionale sambenedettese e marchigiana MareCanto e lo chansonnier Lucio Matricardi, che proporrà canzoni di Leo Ferrè. E poi una misteriosa “sorpresa” da parte del Consorzio turistico.

L’artista è Alfred Chatelain, impressionista di origine svizzera che arrivò nella nostra città per la prima volta nel 1906; l’aneddotica vuole che il pittore, tipico esempio di artista benestante della Belle Epoque, si presentò in bicicletta nel borgo di pescatori che era allora la nostra cittadina.

La discendente è la simpatica Muriel Gouge, nata a Parigi da una nipote del maestro e sposata con un uomo di Civitanova Marche, restauratore di Vespe e di Lambrette per il mercato inglese.

«Da buon impressionista Chatelain cercava la luce, la luce in tutti suoi effetti, in tutti i suoi riverberi, quella luce che la Normandia non gli poteva dare», spiega il critico d’arte Cesare Caselli, che interverrà nell’incontro del 2 giugno.

Il pittore svizzero, appena sceso dal due ruote a pedali, trovò una camera d’affitto in via Venti Settembre, presso la casa che fu di Isidoro Del Giudice e che oggi è del di lui nipote Massimo Sciarra, presidente dell’Associazione Nazionale Bed&Breakfast&Beach, anche lui promotore dell’iniziativa del 2 giugno.

Sciarra, il web, i ricordi dall’alone mitico e un quadro con una bambina bionda: questo l'intreccio di elementi che nel 2007 hanno fatto ritrovare Muriel e San Benedetto, nella memoria prima e poi nella realtà.

Nel 1906, invece, l’antenato pittore dipinge la marina, le lancette, le paranze, parla con i pescatori che lo accolgono come “lu francese”, scrive cinquant’anni prima di Pasolini che «devo dipingere queste cose perché sono immagini che presto spariranno».

Poi prosegue il peregrinare alla ricerca dei riverberi di luce, va nel Tirreno, in Marocco, torna in Svizzera, va a Parigi. Nel 1908 torna a San Benedetto e vi rimane per anni, tanto che nel 1915 la sua Aline gli regala due maschietti proprio sotto la luce dell’adriatico.

Imbarcazioni, abiti, lavori, paesaggi: Chatelain immortala scene e costumi di una civiltà marinara che dopo pochi anni sarebbe cambiata radicalmente con l’avvento delle prime imbarcazioni da pesca dotate di motore. “Pittoreporter marino”, lo ha chiamato Caselli.

Per lo storico Gabriele Cavezzi, la pittura di Chatelain, insieme alle rare fotografie, è il materiale iconografico che documenta un’epoca della nostra storia, i suoi saperi e i suoi costumi.

Il Comune di San Benedetto dispone per ora di 68 fra foto e quadri dell’artista. In tempi brevi, afferma l’assessore Sorge, accetterà la proposta di Muriel. Una donazione di opere di Chatelain a San Benedetto, cioè, a patto che il Comune trovi lo spazio per realizzare una pinacoteca per i pittori che si sono ispirati al mare. Forse, anticipa la Sorge, questo luogo di memoria e cultura potrà essere la casa di Bice Piacentini.

30/05/2007

San Benedetto del Tronto, la mia bellissima città, nel 1930...

Questo è un raro filmato degli anni '30 del 1900 dell'Istituto Luce che mostra la mia città, la bellissima San Benedetto del Tronto.

Mi piace moltissimo la mia città, anche se adesso non è più affascinante come cento anni fa, quando incantò pittori come Chatelain, Adolfo de Carolis, e uomini di cultura come Andrè Gide che disse di non aver mai visto vele belle come quelle di San Benedetto del Tronto, o Mario Luzi, e tanti altri. Patria di grandi come i fratelli sacerdoti Francesco e Luigi Sciocchetti, che salvarono il suo popolo dalla povertà, dall'usura e dalla massoneria.

Oggi una cultura negativa la ammorba, e genera il senso del brutto e il non rispetto delle particolarità naturali di questo meraviglioso ambiente. Oggi non si distingue più un palazzo bello da uno brutto, una chiesa bella da una orrenda; gli stabilimenti balneari scimmiottano quasi tutti altre località del mondo che San Benedetto del Tronto non dovrebbe invidiare.

Il bello può solo rinascere dalla fede cattolica, che oggi si vuole confinare ad un ambito privato e politicamente corretto.

Tornerò sull'argomento. Mi preme troppo.